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Zanda critica Bordon: «Finta consultazione»

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«A Grottaferrata avrebbero votato circa mille e trecento elettori su più di 15.000 aventi diritto. Non c'è stato alcun controllo indipendente in grado di garantire l'esattezza di queste cifre. Prendiamole, quindi, con le molle», spiega Zanda eletto del centrosinistra nel collegio dei Castelli romani. «Comunque, 1.300 votanti sono un risultato molto modesto per quelle che pomposamente sono state chiamate elezioni primarie di Grottaferrata. Né vale il confronto con la Puglia dove votava il solo centrosinistra, mentre a Grottaferrata è stato chiesto il voto anche alla destra. Da cinque mesi i cittadini di Grottaferrata vengono tempestati da una campagna quotidiana molto vistosa. Promotori il giornale locale di proprietà di Giuseppe Ciarrapico che, molto correttamente, non fa mistero d'essere uomo di centro destra e Willer Bordon, capogruppo al Senato di un partito del centrosinistra». L'esponente Dl sottolinea che «nelle settimane scorse, sui muri di Grottaferrata, sono comparsi manifesti che invitavano al voto e lo facevano con una grafica simile a quella del Ministero dell'Interno, il che avrà certamente suggestionato molti cittadini. Dopo di che ogni elettore è stato raggiunto da una lettera personale con la quale veniva invitato ad andare a votare, ha ricevuto un fac-simile della scheda ed è stato bombardato da sms in tutto e per tutto identici a quelli di Berlusconi prima delle ultime elezioni europee. L'operazione è nata come un pasticcio e un pasticcio è rimasta». «Si capisce che l'obiettivo di chi le ha promosse a Grottaferrata — conclude Zanda — era quello di fare un pò di rumore e movimentare la vita politica di una piccola città. Ma chiamare primarie questa roba è un vero abuso. Sono lo strumento di un modo di far politica che non aiuta la democrazia. Anzi la danneggia».

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