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Bankitalia, scende in campo Geronzi

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Il banchiere con Fazio: «Basta toni da stadio, per il governatore occorre il mandato a vita»

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spiega che la concorrenza nel sistema bancario è sinonimo di stabilità, anche se «auspica interventi modificativi» al Ddl sul risparmio ma solo «dopo aver interpretato le regole esistenti»; rassicura alleati e non in Mediobanca dove «nessuno ha ambizioni» e respinge le ipotesi che lo vorrebbero in tribuna all'Olimpico alla testa di Roma o Lazio, «solo un folle oggi può pensare di acquistare e governare una squadra di calcio». È un Cesare Geronzi disponibile a mettersi in gioco in tutti i settori quello che si è presentato all'incontro organizzato da «Progetto città» a Firenze. Anzi, il presidente di Capitalia davanti ai giovani riuniti da Andrea Ceccherini, prende l'occasione per lanciare un messaggio chiaro e forte sulla vicenda dei bond argentini ai governi nazionali e non solo: «È indecoroso, inaccettabile e grave che uno Stato sovrano non onori la propria firma» dice, ma è altrettanto «grave» che «organismi internazionali, che intervengono per dare il sostegno economico a un Paese, non intervengano per imporre che quella firma sia onorata». Cogliendo un po' tutti di sorpresa, forse anche i due direttori chiamati ad intervistarlo, Carlo Rossella (Tg5) e Pietro Calabrese (Panorama), quando la domanda non è diretta, ci pensa da solo a dire di più. Ad esempio quando, senza trincerarsi dietro falsa modestia e si dice «orgoglioso di aver dato vita ad uno dei più grandi gruppi bancari, che oggi non teme la concorrenza, nessuna concorrenza. Possiamo essere sicuri di poterci misurare con tutti», aggiunge parlando di se stesso e della banca nata, prosegue, dall'aver saputo mettere insieme istituti «in crisi, in pre crisi o sul letto di morte». Quasi un «ruolo istituzionale» quello che richiama per se stesso, quando poi sottolinea «che tutto è stato fatto riuscendo a non determinare nessuna perdita per lo Stato italiano». Da «vecchio» banchiere, cresciuto in Bankitalia, all'ombra di grandi personaggi «come Guido Carli», il presidente di Capitalia difende il sistema bancario italiano («nessuno è aperto come noi») respingendo le accuse di chi, in questi ultimi giorni, ha criticato le posizioni della Banca d'Italia lette come un tentativo per limitare l'ingresso di banche straniere. C'è, infatti, un rischio per il Paese, quello di perdere «il governo decisionale e, se succede - aggiunge - siamo tutti più deboli per quanto riguarda le decisioni che interessano l'economia e il sistema finanziario del nostro paese». Una cosa capita bene da altri Paesi: «Se andiamo in Francia o in Germania - prosegue, dopo aver ricordato di essere stato tra i primi ad aver indotto una banca straniera ad un'alleanza - non ci fanno neppure toccare con un dito una porzione di capitale delle loro società». Oltretutto «il nostro sistema economico è il più debole, il più attaccabile - prosegue Geronzi - tra i sistemi economici europei». A proposito di concorrenza, poi, Geronzi la definisce «fondamentale per la stabilità, perché concorrenza significa ricerca dell'efficienza che significa maggiore redditività, che a sua volta porta a stabilità e, dunque, alla vigilanza sul sistema bancario». Da qui l'invito ai politici «a legiferare bene, non con atteggiamenti di tifo da stadio o inquinati da intenti punitivi di questo o quest'altro». Quasi un appello a «stare attenti alla goliardia, alla rincorsa a chi fa di più». Le stesse vicende di Parmalat e Cirio, «hanno dimostrato - assicura - che alcune regole vanno indubbiamente riscritte» ma questi casi, «attengono a disfunzioni dei controlli societari, non a disfunzioni del sistema bancario che, se ci sono state e ci sono state - ricorda - hanno riguardato casi singoli e il sistema li ha risolti». E poi, una frecciata è diretta anche ai risparmiatori, perché «chi acquista un bond, senza più l'intercapedine del sistema bancario che tutela il risparmio, si assume direttamente il rischio d'impresa e, più è alta la redditività, più è alto il rischio». Oggi il giovane partito da Marino, in provincia di R

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