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Fazio, il governo prepara la correzione

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L'esecutivo presenterà due emendamenti su mandato a termine e concorrenza all'Antitrust

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Di questo si è parlato anche al Consiglio dei ministri, ma gli esponenti della Lega al governo dicono «no» all'idea di lasciare all'inquilino di Palazzo Koch «un privilegio che hanno solo i Papi». E anche l'opposizione preannuncia che non intende fare sconti. Ieri mattina il voto di dell'altro ieri alle commissioni Finanza e Attività produttive della Camera è stato ampiamente commentato alla riunione del Consiglio dei ministri. Al termine, il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione ha dato come «probabile» la presentazione in aula di due emendamenti del governo che eliminano il mandato a termine del governatore e il trasferimento da Bankitalia all'Antitrust dei poteri di vigilanza sulla concorrenza nel sistema bancario, temi che semmai andrebbero affrontati «in altra sede» e «con soluzioni diverse». Sulla stessa lunghezza d'onda anche i ministri di An, Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno. La vigilanza va tenuta in capo all'Istituto di via Nazionale, ha spiegato Gasparri, unico in grado di evitare «scalate straniere» alle banche italiane. Non così la pensano i ministri del Carroccio, e non hanno esitato a farlo sapere. «In aula - ha detto Roberto Maroni - ribadiremo la nostra posizione favorevole» al mandato a termine del Governatore, il quale ha insistito sul fatto che il Carroccio «è nettamente contraria alle monarchie assolute, soprattutto a vita, con l'unica eccezione del Papa». Posizione questa confermata, anche in termini lessicali, dal ministro per le riforme Roberto Calderoli. E, autorevolmente, ha detto la sua anche l'ex commissario europeo alla Concorrenza, Mario Monti, il quale ha ricordato la sua posizione di sempre: il mercato creditizio va assoggettato all'Antitrust, pur sentendo la Banca d'Italia. Assai virulento poi l'intervento dell'Intesa consumatori: Fazio, con il suo mandato illimitato e con «privilegi dorati propri solo delle dinastie cinesi», rappresenta «la vergogna d'Europa». Tuttavia tra due settimane il testo sarà nell'aula della Camera. In quella sede si tratterà di vedere quale sarà la maggioranza, trasversale, che si determinerà: pro o contro il Governatore. Uno dei due relatori, Stefano Saglia (An), ha ribadito il suo appoggio al testo approvato in commissione, ma con una postilla illuminante sui possibili sviluppi. «Io - ha spiegato - esprimerà la stessa posizione in aula. In ogni caso io sono uomo di partito, e se il partito mi chiederà di assumere una posizione diversa, seguirò le indicazioni». Chi non intende sicuramente fare retromarcia è il centrosinistra. «Basta arrovellarsi su Bankitalia, non ci accontenteremo di una riforma piccola», ha detto Sergio Gambini, capogruppo Ds in commissione Attività produttive ed ex relatore al provvedimento. «Il diluvio di polemiche sul voto di ieri che mette Bankitalia in linea con le altre istituzioni europee - ha aggiunto - serve ancora di più a capire perchè questa legge sia stata paralizzata per tanti mesi».

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