I cattolici praticanti scelgono i partiti laici
Nella CdL solo il 7,8% ha preferito l'Udc, il 27% ha votato FI. Nella Gad piace Prodi ma anche Rifondazione
È quanto emerge da un sondaggio pubblicato nel primo numero del bimestrale «Formiche» (i metodi di rilevazione sono pubblicati sul giornale), rivista di idee e riflessioni politiche di centro, che analizza il rapporto tra fede e orientamento elettorale su un campione di mille persone dai 18 anni in su. Dall'indagine emerge che oltre il 40 per cento dei cattolici praticanti si considera più vicino a un partito della maggioranza di governo. Il centrosinistra raccoglie invece il 25 per cento dell'elettorato cattolico. Ma se in termini di comportamento elettorale vi è una sostanziale regolarità nell'orientamento dei cattolici verso il centrodestra, è nel comportamento effettivo di voto si scoprono delle sorprese. Nelle ultime elezioni europee. Oltre il 53 per cento dei voti sono andati alla Cdl contro il 35 per cento del centrosinistra. Ma con una curiosità. In entrambi gli schieramenti, le preferenze di voto dei cattolici praticanti non sono andate alle formazioni più moderate, bensì ai partiti più tradizionalmente laici. All'interno della Casa delle Libertà, i centristi sono stati i meno votati. Solo il 7,8 per cento dei credenti ha scelto l'Udc, contro il 27 per cento di elettori di centrodestra che hanno preferito Forza Italia. Anche Alleanza Nazionale e la Lega Nord hanno avuto più voti degli alleati centristi: rispettivamente il 10 e l'8,6 per cento di preferenze da parte di elettori cattolici. Nella coalizione di centrosinistra, i praticanti hanno invece premiato il «listone» di Romano Prodi: Ds, Margherita e Sdi hanno totalizzato quasi il 27 per certo dei voti (la stessa percentuale di Forza Italia). L'Udeur, invece, ha ottenuto soltanto lo 0,9 per cento, superata persino, nei voti dei cattolici, dai partiti della sinistra radicale: il 3,4 per cento ha Rifondazione e quasi il 2 per cento Comunisti italiani. Al di fuori dei due Poli, c'è stata poi una parte di cattolici praticanti che alle ultime elezioni europee ha votato con la stessa percentuale (l'1,7 per cento) per la lista Bonino, per quella capeggiata da Alessandra Mussolini e per la lista Di Pietro-Occhetto. Traspare comunque un forte desiderio di valori nel modo di fare politica. E non solo da parte dei cattolici. L'indagine rivela infatti che tra gli italiani non vi è alcun elemento pregiudiziale, a meno che i convincimenti religiosi non interferiscano sulle scelte politiche. Essere un politico che si dichiara cattolico è infatti giudicato positivamente da quasi il 60 per cento degli intervistati. Soltanto il 14 per cento non lo ritiene opportuno. Quello che invece non convince del tutto, è l'opportunità di un partito unico dei cattolici. Ipotesi possibile per il 35 per cento degli italiani, ma non condivisa dal 31 per cento. L'idea raccoglierebbe consensi elevati nel centrodestra. Più basso l'entusiasmo tra gli elettori di centrosinistra, tra i giovani e tra chi vive nelle zone del Nord est.