Consulta, fumata nera in Parlamento Continua il braccio di ferro Violante-Bruno

Il Parlamento in seduta comune infatti non è riuscito a eleggere i due sostituti del presidente e del vicepresidente della Consulta Valerio Onida e Carlo Mezzanotte il cui mandato scadrà il prossimo 30 gennaio. Il centrosinistra non si è presentato in Aula. Dunque, non è stato raggiunto il quorum necessario. Maggioranza e opposizione infatti sono ancora alla ricerca di un accordo sui nomi dei candidati. I Ds insistono su Luciano Violante, attuale capogruppo della Quercia alla Camera, ma nella Cdl ci sono forti resistenze. Il centrodestra dal canto suo continua a fare il nome di Donato Bruno ora presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Mentre l'ipotesi di scegliere dei «candidati tecnici», che sembrava aver preso quota nei giorni scorsi, per il momento sembra sia venuta meno. Nel frattempo, il Csm cerca una via alternativa a quel sistema dei concorsi introdotto dalla legge rinviata dal capo dello Stato alle Camere e contestato dai magistrati e dallo stesso Consiglio superiore. La Quarta Commissione di Palazzo dei marescialli ha messo nero su bianco le nuove regole a cui in futuro dovrebbero attenersi i Consigli giudiziari (e i dirigenti degli uffici) nel preparare i giudizi sui magistrati che operano nel loro distretto e sui quali il Csm basa le proprie scelte quando deve decidere se una toga, trascorso il periodo di anzianità previsto, debba o no essere promossa, (passare al grado superiore) oppure debba ottenere il trasferimento richiesto. In base alle norme messe a punto dalla Commissione la valutazione sulla professionalità dei magistrati dovrà basarsi sui provvedimenti giudiziari, scelti secondo criteri automatici. Ogni Consiglio giudiziario attraverso sorteggio deciderà quali bimestri dei quattro anni precedenti prendere in considerazione e prenderà a campione per l'esame gli atti compiuti dalle toghe durante i periodi selezionali. Partendo dall'indicazione generale che dei giudici andranno acquisiti sentenze, ordinanze e decreti, mentre dei pm impugnazioni e richieste di archiviazione, di misure cautelari personali, di rinvio a giudizio, i consiglieri di Palazzo dei marescialli definiscono nel dettaglio per ogni specifica funzione, la tipologia e la misura in termini percentuali dei provvedimenti da esaminare.