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Le banche agli italiani. Patto Cav-Fazio

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Berlusconi al fianco di Banca d'Italia. Anche il governo pronto a fermare spagnoli e olandesi

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Il Governatore Fazio non si è ancora seduto a tavola dove hanno già preso posto il premier Berlusconi, il sottosegretario Letta, il ministro dell'Economia Siniscalco e il senatore Grillo, che vuole togliersi subito un peso dallo stomaco. Il pressing dei gruppi stranieri nelle banche si sta facendo soffocante e Fazio ha voluto coinvolgere in questo problema anche Berlusconi. Le smanie degli spagnoli della Bbva che vogliono aumentare di peso in Bnl stanno mettendo a dura prova la pazienza del Governatore. Gli spagnoli non contenti di essere azionisti di maggioranza, pur di crescere sono arrivati al punto di ventilare di ricorrere a Bruxelles contro il divieto della Banca d'Italia. E che dire poi dell'Abn Amro che forte del 12,6% di Antonveneta ha ribadito più volte la sua ambizione a essere un importante azionista. Insomma una situazione insostenibile. Tutto questo agitarsi, al Governatore dà un gran fastidio tanto più che quando le banche italiane fanno qualche incusione oltre confine vengono respinte con perdite. La fallita operazione del San Paolo sull'olandese Dexia è una partita che brucia ancora. Nella lunga colazione di ieri a Palazzo Chigi (circa due ore) Fazio il suo menu ce l'aveva già pronto da tempo: la difesa dell'italianità delle banche. E Berlusconi approva in pieno, gli stranieri non devono avere il timone di comando delle banche italiane. La politica sulle banche seguirà quindi questa logica: non si vede perchè il sistema italiano dovrebbe abbassare la guardia e consentire che, all'interno del processo di internazionalizzazione, le uniche banche conquistate dagli stranieri siano quelle italiane. Chiarito il quadro anche sulla riforma del risparmio. L'esame parlamentare è ripartito in salita. Fino ad ora sono stati approvati solo sette articoli e tra questi non figurano gli argomenti spinosi dei conflitti d'interesse e dei poteri della Banca d'Italia. La Camera se ne occuperà nelle prossime sedute e per questo Fazio ha voluto fare un giro d'orizzonte con Siniscalco e Berlusconi. La riforma non potrà che riconoscere alla Banca d'Italia un ruolo chiave sul fronte dell'Antitrust e della stabilità del sistema bancario. Il controllo sulla stabilità e sulla concorrenza del sistema bancario, in questa fase particolare, dovrà essere gestita in modo congiunto tra l'Antitrust e la Banca d'Italia. Ma, soprattutto, non conterrà norme che potrebbero indebolire il ruolo del Governatore e che poco hanno a che fare con la tutela dei risparmiatori. Il fatto di non dover più pranzare con Tremonti rende qualsiasi menu più digeribile. Gli scontri con il Tesoro e la bufera Parmalat sono quasi preistoria e il pranzo di ieri è l'ennesima dimostrazione del feeling tra Fazio e Berlusconi. È la terza volta che premier e Governatore si incontrano dopo il vertice a Palazzo Antonelli che lo scorso agosto servì a chiudere tre anni di gelo e incomprensioni. Si è parlato poi dei tango bond, dei rischi degli obbligazionisti italiani (numerosi) incappati nel crac e di competitività. Fazio ha fornito la propria ricetta, portando ad esempio le banche. Ha sostenuto che servono maggiori integrazioni tra le imprese e il governo deve favorire questo processo perchè «nell'economia dell'euro le imprese con 15 dipendenti soccombono». E il tema delle integrazioni è sempre all'rdine del giorno degli istituti di credito. Tanti accorpamenti sono stati fatti ma ancora nessuno dei grandi gruppi è abbastanza grande. Durante il pranzo è stato anche sfiorato l'argomento di altre possibili fusioni ma senza entrare nel dettaglio.

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