Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Formigoni spera

Esplora:
default_image

Maroni: «Illuso»

  • a
  • a
  • a

Vuole a tutti i costi allontanare le asperità di tutti questi giorni. Alcune asperità però rimangono ancora in piedi. E sembra che prima della distensione effettiva bisognerà che si concluda definitivamente il caso Formigoni, aggravato dalle minacce della Lega. C'è un finale già scritto nel braccio di ferro sulla Lista Formigoni? Di certo la Cdl si prepara, in un nuovo vertice mercoledì, a chiudere sulle candidature di tutte le regioni, Lombardia inclusa. Intanto però, ognuno continua a recitare con scrupolo la sua parte in commedia, ma una soluzione sembra a portata di mano se si arriverà ad una condivisa ripartizione dei seggi assegnati dal cosiddetto «listino». Intanto Roberto Formigoni, l'attore protagonista della storia, insiste nel dire che il progetto della sua lista cammina e dunque chiederà una deroga al divieto posto da Berlusconi sulle liste dei governatori, certo di ottenerlo in nome dell'allargamento della Cdl. Così è stato per Storace nel Lazio, così dovrà essere per lui. Roberto Maroni assicura invece nuovamente che la Lega, se Formigoni non rivedrà la sua posizione, correrà da sola. «Con liste patacca o del presidente - minaccia - la Cdl non c'è più». Forza Italia ha esaminato la questione delle regionali in una lunga riunione con Berlusconi ieri a Palazzo Grazioli, Alleanza Nazionale si attesta su una linea di moderazione e di dialogo (e del resto, l'indimenticato Pinuccio Tatarella aveva fatto dell'allargamento del Polo la sua cifra politica) ma non per questo intende rimetterci. «Non prendiamo parte a risse sul listino in Lombardia - dice il vicepresidente Ignazio La Russa - ma ribadiamo ciò che già abbiamo detto: a parità di voti, ci aspettiamo di avere gli stessi seggi in Lombardia». Insomma, giusto che la Lega voglia crescere, sacrosanto che Formigoni punti ad un allargamento e magari leghi al listino quella autonomia che non potrà avere senza una sua lista, ma An, che avrebbe visto con favore anche una Lista Formigoni, non vuole neppure rimetterci e pone una questione di «rispetto degli equilibri politici». «Formigoni, così come Storace e Fitto sono consapevoli del fallimento di Berlusconi e della sua maggioranza e cercano di smarcarsi», punta il dito proprio dalla Lombardia il leader diessino Piero Fassino. «Sulla deroga sto già dialogando - non demorde intanto Roberto Formigoni - perchè è stato detto che le deroghe servono dove ci sono liste capaci di portare consensi al nostro schieramento e in Lombardia è certamente così». Perchè mai lasciarsi dunque sfuggire «cinquecento persone tra imprenditori, intellettuali, pezzi importanti della società civile» che chiedono di impegnarsi fuori dagli schieramenti? «Ne ho parlato con Berlusconi - insiste il governatore uscente della Lombardia - mi ha detto di condividere questo progetto». Maroni ribatte: «Mi fa sorridere pensare che esisterebbe una vasta area che non vota nè centrodestra nè centrosinistra, ma voterebbe Roberto Formigoni. Il sistema bipolare va irrobustito e conservato e dietro la lista di Formigoni c'era tutto un altro progetto, un'operazione che andava in senso opposto e che mi pare giustamente tramontata». «Non credo - aggiunge più tardi il ministro leghista - che Formigoni deciderà di correre da solo contro tutto il mondo». In questo caso, assicura Maroni, la Lega correrà da sola. «Buon viaggio», è la chiosa ironica di Formigoni.

Dai blog