Il presidente degli industriali accusa l'opposizione
Troppo presa da problemi interni non fa proposte
Due imprenditori si scambiano sotto voce la battuta e un'occhiata d'intesa mentre Luca di Montezemolo continua a parlare. Il direttivo della Confindustria riunito mercoledì scorso per fare il punto sulla questione del documento delle competitività, è stata anche l'occasione colta al volo dal presidente degli industriali, per prendere le distanze dall'ipotesi che continua a tamburellare sulla stampa di un suo possibile ingresso in politica. Agli industriali del direttivo, Montezemolo dice che il governo dovrebbe dare più sostegno all'economia ma anche l'opposizione non fa il bene del Paese. Montezemolo, secondo quanto ci riferiscono, avrebbe criticato l'eccesso di litigiosità nel centrosinistra che troppo impegnata a risolvere i problemi interni di leadership e assorbita da strategie pre elettorali, non riesce a portare proposte concrete. Difficile credere che sia una coincidenza: c'è chi lo tira per la giacca e gli cuce addosso un ruolo da politico vicino al centrosinistra e lui che prende le distanze e critica le diatribe interne alla Gad di Prodi. Tempo fa Enrico Cisnetto, animatore di Società aperta, il movimento d'opinione che vagheggia l'idea di una Terza Repubblica, sosteneva che Montezemolo giocherebbe per sè. Il presidente della Confindustria la cui popolarità è in ascesa, come dimostrano numerosi sondaggi, starebbe diventando il punto di riferimento di quella borghesia produttiva delusa dai due schieramenti politici e alla ricerca di un uomo di grande visibilità e prestigio anche all'estero, che sia portatore di un progetto di innovazione. Più quindi che un Montezemolo sostituto di Prodi alla guida del centrosinistra, un Montezemolo alternativo a Prodi. Insomma una sfida tra bolognesi. Peraltro l'immagine del Professore non gode di grande appeal tra gli imprenditori e le critiche del presidente della Confindustria alla litigiosità dell'opposizione trovano ampi consensi tra gli industriali. Il mandato di Prodi al vertice della Commissione europea ha deluso in diverse occasioni il mondo imprenditoriale. In alcuni casi è sembrato che Prodi pur di andare contro il governo Berlusconi fosse pronto a sacrificare il bene del Paese. Non è piaciuto alle imprese il fatto che il professore si sia messo di traverso quando l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti chiedeva di escludere dai vincoli del patto di stabilità, gli investimenti in infrastrutture. Come pure, ci si è chiesto come mai Prodi sia rimasto così defilato sulla crisi Alitalia mentre Air France otteneva aiuti dal governo di Parigi; o non abbia fatto granchè per far modificare il libro bianco sull'ambiente che penalizza l'industria chimica italiana. Inoltre non è passata inosservata l'assenza del professore bolognese alla conferenza europea dell'Unice, l'associazione che riunisce le confindustrie della Ue, che a Bruxelles aveva convocato un'assemblea con migliaia di imprenditori. Dove era Prodi in quelle situazioni, si chiedono gli imprenditori. E se i presupposti sono questi, è il dubbio tra gli industriali, che cosa è in grado di dare alle imprese se un domani dovesse tornare a Palazzo Chigi? Non viene fuori dal nulla, quindi, la critica di Montezemolo a Prodi: basta liti, è ora di fare il bene del Paese. E che l'immagine di Prodi sia appannata lo dimostra anche l'ipotesi che vede Mario Monti pronto a entrare in politica con una lista aggregata al centrosinistra per le politiche del 2006.