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Formigoni ora tratta solo sul «listino»

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Il premier gli aveva promesso mano libera su tutti e 16. Ma gli alleati reclamano almeno un posto

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Ma, in compenso, ha avuto il via libera sul «listino», cioè sull'elenco di personalità che dovranno sostenere la sua candidatura e che, in caso di sua elezione, entreranno automaticamente in consiglio regionale. Il nodo da sciogliere ora è solo quello sul numero di persone che potrà scegliere il Governatore della Lombardia. Il premier gli avrebbe promesso, in un primo momento, tutti e 16 i nomi. Ieri, dopo una giornata passata a trattare, si è aperta la possibilitàche gli alleati possano scegliere almeno una personalità. Dunque o quattro nomi o, caso estremo, otto. In Forza Italia comunque si dà ormai per scontata la rinuncia del governatore. L'unica incognita riguarda i tempi, dal momento che Formigoni non può cedere subito, deve salvare la faccia e non può capitolare in quattro e quattr'otto. Per contro, l'interessato attraverso «lettere aperte» e interviste non ha fatto che confermare la validità del suo progetto volto ad ampliare i consensi nella Cdl. Ma, di fatto, il via libera al Listino, sarebbe il via libera allasua lista. Dietro le quinte intanto va avanti quella trattativa avviata già mercoledì mattina da Berlusconi, che dovrà portare ad un «patto» di ferro con Formigoni, un patto che comprenda le regionali ma che arrivi fino 2006 (nel «pacchetto» una ventina di collegi sicuri, e anche qualche incarico ministeriale). Chi è vicino a Formigoni riferisce che a questo punto la lista ha imboccato il viale del tramonto, e che il Governatore si prepara al grande gesto: ora la partita si gioca tutta sul listino. Ma le cose sono poi andate diversamente anche su questo punto perché agli alleati non è piaciuta affatto questa soluzione ed è in corso, proprio in queste ore anche una mediazione sulla composizione del listino. L'ipotesi 8 a 8 (metà a Formigoni e il resto suddiviso tra gli alleati) verrebbe bocciata da Formigoni che, secondo quanto si è appreso, spingerebbe per una diversa soluzione che racchiuderebbe quel principio della «deroga» invocata a più riprese: un «diritto di tribuna» agli alleati (un posto ciascuno) incassando tutto il resto. Di fronte alle resistenze di An, Formigoni avrebbe obiettato che quel partito non dovrebbe alzare troppo la voce a Milano, dopo che ha già ottenuto il sì alla lista Storace a Roma. La Lega intanto sta alla finestra in attesa di «fatti concreti», ossia del ritiro ufficiale della lista Formigoni. Ma chi è vicino al «ciellino» (come lo chiamano i leghisti) ritiene che il Carroccio stia conducendo una sua battaglia personale totalmente slegata dalle mosse del Governatore e che quindi avrebbe già deciso da tempo di correre da sola. A confermare questa ipotesi (sempre che non si tratti di tattica) la sortita di Giampaolo Gobbo che oggi ha lanciato anche la candidatura di Luca Zaia a governatore del Veneto. «Ora aspettiamo fatti concreti, che certamente non spettano a noi». È stato il commento del ministro per le Riforme Roberto Calderoli. «Del resto — ha osservato ancora il ministro — le frasi di Berlusconi contro l'ipotesi di liste aggiuntive a quelle della Cdl sono abbastanza chiare. Formigoni è libero di avanzare le sue proposte ma ciò — sottolinea Calderoli — vorrebbe dire disconoscere l'accordo raggiunto dalla Cdl».A

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