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Berlusconi rimette in sella Marzano

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Per tutta la mattinata c'è stato un fitto scambio di telefonate con Marzano che ha minacciato le dimissioni e ripetutamente accusato il premier di avergli fatto fare una pessima figura privandolo della competenza sulla competitività affidata al ministro dell'Economia Siniscalco. Berlusconi dopo una serie di «Antonio non fare così, sai bene che tu sei indispensabile in questo momento» ha alla fine ricucito e rimesso in sella Marzano, anche facendo ricorso a una delle sue solite alchimie: le Attività Produttive si occuperanno dei contenuti delprovvedimento mentre Siniscalco dovrà trovare la copertura finanziaria. Berlusconi incontrando le parti sociali ha fatto intendere che il governo vuole stringere i tempi e chiede un contributo a tutti, sindacati e imprenditori. Tra 15 giorni verranno presentati «uno o più provvedimenti» messi a punto dai ministri Marzano e Siniscalco e per i quali è stata già chiesta alle Camere la corsia preferenziale. Ma fin d'ora l'esecutivo si mostra ottimista perchè - come afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al termine dell'incontro con le parti sociali a Palazzo Chigi - «c'è convergenza sulle posizioni fin qui espresse». Posizioni che i sindacati giudicano però «tardive» e ancora troppo vaghe. «Non mi illudo che nella fase finale della legislatura il governo faccia quello che non ha voluto fare fino ad ora», spiega il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che dice di temere «un'operazione di cosmesi». Mentre il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta, rivendicando al sindacato il merito di aver cambiato l'agenda politica ponendo al centro l'economia, si dice preoccupato per la mancanza di risorse, rese ancora minori dal taglio delle tasse. In una sala affollata - con molti dei partecipanti, tra cui alcuni ministri, costretti a rimanere in piedi - Berlusconi ha subito dettato i tempi, che devono essere molto rapidi: «Siamo qui per ascoltare e poi, tra quindici giorni, vi presenteremo un documento al quale lavoreranno il ministero delle Attività produttive e quello dell'Economia», ha detto, annunciando di aver già chiesto «ai presidenti di Camera e Senato una corsia preferenziale per far approvare il provvedimento». E Siniscalco, illustrando con delle slides le aree di intervento su cui puntare l'attenzione, ha indicato alle parti le caselle «volutamente vuote» che, ha spiegato, dovranno essere riempite proprio con le priorità indicate da imprese e sindacati. Per migliorare la competitività del Paese occorre fare «poche cose ma mirate», ha infatti sottolineato il titolare dell'Economia, enunciando le quattro strade da seguire: semplificazione e informatizzazione; fiscalità selettiva; grandi progetti strategici; fondo rotativo e fondo aree sottosviluppate. Strade che in qualche misura sono anche quelle ricordate dal presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che è tornato a chiedere più concorrenza, più liberalizzazioni e meno burocrazia. «Questo Paese - ha detto - ha bisogno di far funzionare meglio il mercato in tutti i settori dell'economia, dalle pubblic utilities, alla finanza, ai servizi pubblici locali, alle professioni, alla distribuzione».

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