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In uno studio di 120 pagine le linee del rinnovamento«C'è tanta destra che non ci vota, spingiamo sulle nostre specificità»

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Ma anche la rivalutazione culturale. La necessità di essere più influenti, di contare di più. Ma anche la rivalutazione della questione sociale. È un documento corposo quello che sarà presentato nel giorno del decimo compleanno di Alleanza nazionale, il 29 e il 30 gennaio. Proprio in quei giorni, dieci anni fa appunto, veniva sciolto il Movimento sociale italiano e nasceva a Fiuggi un nuovo soggetto politico che assumerà un nome partorito proprio sulle colonne del Tempo. Fu infatti Domenico Fisichella con un editoriale il 19 settembre 1992 a lanciare l'idea di fondare un'alleanza nazionale con i cittadini. Dieci anni, dunque, che verranno celebrati con una due giorni a Roma con le testimonianze dei «padri fondatori», con gli interventi di tutti i big sino alle conclusioni di Gianfranco Fini domenica mattina. Un'occasione nella quale verrà presentato anche un documento la cui stesura non è ancora terminata. Fini ha voluto che il testo fosse partorito a sei mani da parte di tre trentenni: Angelo Mellone, Federico Eichberg e Gennaro Sangiuliano. Le ultime bozze della nuova Carta di An è stata presentata due giorni fa all'ufficio di presidenza del partito e ha cominicato a circolare ieri tra i deputati. Il testo si divide in tre parti. La prima, essenzialmente di analisi, si occupa principalmente della «lunga transizione italiana e la destra». Viene delineato il quadro storico e quello politico, quindi si sottolinea come, rispetto al Novecento, si sono date risposte a tre questioni fondamentali. Anzitutto quella culturale, visto che i valori della destra hanno ottenuto una «cittadinanza», sono entrate nella cultura nazionale. Quindi la questione istituzionale-politica, con la nascita del bipolarismo. Infine la questione politico-riformatrice: con il governo di centrodestra sono state varate le grandi riforme: dalla scuola alle pensioni, dal lavoro alle tasse, dalla giustizia alla devolution. La seconda parte del documento è dedicata al presente e ha come obiettivo quello di studiare forme che consentano ad An di avere più voti e di contare di più. Esiste troppa distanza tra «destra attuale» e «destra potenziale», è uno degli assunti. Esiste, insomma, una larga fetta di Italia che guarda a destra ma An riesce a intercettarne poco più della metà del consenso. Oggi che il partito di Fini ha la cittadinanza, si apre la fase dell'influenza: «La destra ha la capacità di interpretare ma non ancora di "contagiare" il senso comune». Di qui la riscoperta delle identità culturali, politiche, sociali. Infine, l'ultimo capitolo immagina An quando compirà venti anni. Nel prossimo decennio il partito cercherà di incentivare la laicità delle istituzioni e il ruolo delle Regioni, di radicalizzare l'identità nazionale, europea ed atlantica. Avrà la lotta al terrorismo tra le sue priorità e adotterà politiche per far incrementare la demografia incentivando le nascite, aiutando la terzializzazione per combattere la deindustrializzazione e lotterà contro le nuove povertà e a favore delle nuove rappresentanze.

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