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La Margherita fa pace. Fino alla prossima lite

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Prodi tira un sospiro di sollievo: «Abbiamo ritrovato l'unità dopo giorni di frammentazione»

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Insomma allineati e coperti nel nome di Prodi. E così è stato. La riunione della direzione di ieri della Margherita si è conclusa con l'approvazione del documento presentato da Rutelli che riafferma la leadership del Professore come l'unica possibile per il centrosinistra e soprattutto l'unica sostenuta dalla Margherita, dà la disponibilità a presentare Liste unitarie in quante più Regioni sia possibile e a mettere il simbolo «Uniti nell'Ulivo» in quello di Dl, conferma di portare avanti il progetto della Federazione del centrosinistra, un progetto del quale la Margherita «si sente non solo parte fondamentale, ma attore e motore» e, alla fine, ciliegina sulla torta, accetta di fare, dopo le regionali, quelle sospirate primarie che per Prodi sembrano ormai diventate questione di vita o di morte. Una conclusione che soddisfa i prodiani ma anche tutta la parte del partito che fa capo a Rutelli, tra i primi a parlare nella riunione della direzione. E che alla fine ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche a Prodi, che ai lavori non ha partecipato essendo ufficialmente non iscritto alla Margherita, ma che ha seguito tutto da Bologna scorrendo le dichiarazioni dalle agenzie e chiamando i suoi collaboratori a Roma. «Un bel passo avanti — ha commentato alla fine il Professore — si aderisce alla volontà della maggior parte delle Regioni di presentare la lista unica e si ribadisce l'utilità e l'importanza delle primarie. L'elemento di novità è che fino a pochi giorni fa il discorso andava verso la frammentazione. Oggi va verso l'unità e quindi è un cambiamento veramente forte e positivo». Ma è veramente così? C'è chi giura che la pace siglata ieri sia solo un passo di una strada che prevede ancora una lunga serie di strappi e liti. Anche perché Prodi non si sente affatto sicuro di Rutelli e da parte sua l'ex sindaco di Roma non è mai stato convinto fino in fondo della scelta di Romano alla guida della coalizione. Così tra i rutelliani prevale la sensazione che anche stavolta il presidente del partito, pur dimostrando una grande disponibilità verso il Professore, lo abbia in realtà messo ancora di più nell'angolo. Per una serie di ragionamenti logici. Rutelli è sempre stato convinto che più liste si presentano più voti si prendono. Il sì alla Lista unitaria nasconde un altro ragionamento: è una soluzione che fa perdere voti ma permette alla Margherita di di non apparire come responsabile del disastro. A quel punto se il centrosinistra non batte la Cdl in almeno otto o nove Regioni Prodi, al massimo, può prepararsi a cercare di scalare la poltrona del Quirinale. E le primarie che si faranno a maggio incoronerebbero leader della coalizione Veltroni. Cioè proprio quello che Rutelli vuole per conquistare, in caso di vittoria, più posti possibili per la Margherita nei ministeri. Sciocchezze, ribattono i prodiani, la realtà è che il partito ha fatto capire a Rutelli che deve smetterla di continuare a litigare per non si sa più quale motivo. Tutte le forze giovani, sottolineano, stanno con Prodi, i vecchi, i vari Mancino, De Mita, con l'ex sindaco di Roma. E in più portano a esempio come stato di totale confusione in cui si trova Rutelli il caso del Lazio. Qui la Margherita non vuole che il candidato alle regionali, Piero Marrazzo, presenti una sua lista. Perché finirebbe per «ammazzare» proprio Dl. Però non si vuole neppure una Lista unica, come invece propone da tempo uno dei prodiani laziali più convinti, il consigliere comunale di Roma Luca Nitiffi. Insomma una situazione dalla quale Rutelli fa fatica a uscire. Ma mentre sottoterra continuano a covare malumori e ripicche, all'esterno la Margherita ritrova la serenità. E i commenti, all'uscita dalla direzione, sono stati tutti positivi. Tranne quello del presidente dell'Assemblea federale della Margherita Arturo Parisi che ha chiesto al partito più convinzione nei confronti del progetto della Federazione dell'Ulivo e delle liste unitarie alle regionali. «Nel momento in cui mi congratulo per il

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