L'amico centrista: «Ma così fai solo un favore alla sinistra»
Non è troppo allarmato dalla situazione Luca Volontè, capogruppo dell'Udc alla Camera. Anche se non nasconde il suo stupore. Presidente, è sorpreso della sortita di Bossi? «Stupiscono i tempi». In che senso? «A settembre con il contributo di tutti abbiamo migliorato il testo sulla riforma federale, poi abbiamo varato la Finanziaria che aiuta le imprese e sostiene le famiglie e infine Berlusconi con gli aggiustamenti di governo ha dato nuovo slancio alla squadra». E allora? «Allora siamo in una condizione assolutamente favorevole di unità e consenso. E questa uscita di Bossi darà la possibilità al centrosinistra, in crisi totale, di dire che noi siamo divisi». Bossi accusa la restaurazione e il ritorno della Dc. Vi sentite chiamati in causa? «No, non credo. Non siamo noi per la restaurazione. Penso si riferisca a chi ha fondato un partito che si chiama proprio Democrazia cristiana». O forse il Senatùr teme che una parte del suo elettorato che proviene dalla Balena bianca possa abbandonarlo? «È una minaccia che al momento non vedo. Ripeto, la sua sortita è solo un favore al centrosinistra. Gli elettori hanno fatto una netta distinzione: ci vogliono, ci cercano, ci preferiscono perché dimostriamo una maggiore unità e una maggiore compattezza rispetto all'opposizione. Se ricominciamo a litigare è la fine. Quindi, francamente non capisco quale sia il vantaggio per la Lega. Certamente non lo è per la coalizione». La Casa delle Libertà è nata al Nord e proprio a Milano si registrano i segnali di crisi. Perché? «Non ne facciamo una questione geografica, anche perché i "listini del presidente" mi risulta li vogliano realizzare, oltre a Formigoni in Lombardia, anche Storace nel Lazio e Fitto in Puglia...». Ma ora non c'è una soluzione? Una possibile mediazione su queste liste? «Ecco, quello che posso dire è che abbiamo commesso un solo errore». Quale? «Che il problema di queste liste è emerso almeno sei mesi fa. In tutto questo tempo si è pensato che si potesse risolvere, che magari qualcuno rinunciasse. E invece...». Ma chi doveva intervenire? «I leader, mi pare ovvio. C'è stata una sottovalutazione». Comunque, Bossi è tornato. come cambierà la politica? «Sono stato tra quelli che lo hanno invocato e hanno sperato nel suo ritorno. E le mie erano le parole di un amico. Quindi sono soddisfatto del suo ritorno». Soddisfatto? «Sì, perché penso che nonostante tutto sarà più facile. In questi mesi nella Lega non abbiamo avuto un vero interlocutore. E questo è stato un problema».