Regionali, la Lega alza ancora il prezzo

Non solo annuncia con un titolo a nove colonne sulla Padania di voler correre da sola in Veneto, ma boccia l'escamotage, ventilato ieri dal coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi dopo l'incontro dell'altra sera tra Berlusconi e Formigoni, che avrebbe forse consentito di salvare capra e cavoli, senza liste dei governatori ma con liste civiche regionali di sostegno ai candidati della Cdl. Niente da fare, ammonisce il Carroccio: «Non intendiamo — dice con il ministro Roberto Calderoli — dare il via libera a liste civiche per le regionali, visto che non sarebbero altro che liste dei presidenti mascherate». La confusione regna sovrana, alla vigilia del Consiglio federale della Lega che domani a Milano vedrà tornare alla politica attiva Umberto Bossi, per il quale è carta straccia l'accordo che solo poche settimane fa liquidava le richieste del Carroccio nelle varie regioni con un esercito di assessori sulle materie oggetto di devolution ma senza alcun candidato leghista. «Non siamo disposti a partecipare ad un'alleanza che preveda già dall'inizio un livello di impegno sul federalismo troppo scarso — spiega l'antifona il ministro Roberto Maroni — e siamo contrari alle liste personali, perché la politica regionale nel prossimo mandato, almeno per le regioni del Nord, sarà quella di lavorare per l'attuazione della riforma federale». La Lega, perciò, pretende che Berlusconi «blocchi quei progetti personalistici che poco hanno a che fare con la politica, se ha la forza di bloccarli». Ma il premier non può fermare macchine ormai in corsa. Difficile, ad esempio, spiegare a Roberto Formigoni, che già da tempo va mostrando sondaggi che certificherebbero il valore aggiunto della sua lista, che non sarà concesso a lui ciò che invece è permesso al Governatore del Lazio Francesco Storace. Intanto, sull'annuncio della corsa solitaria in Veneto, dato dal segretario della Lega Nord Liga Veneta Gian Paolo Gobbo, interviene il Governatore del Veneto Giancarlo Galan: «Interessante e anche molto giusto tutto questo gran discutere». L'Udc invece ora chiede a Berlusconi di ricordarsi di aver detto «Si considerino fuori dal partito i presidenti che faranno una propria lista». «Se un governatore appartiene ad un partito — è la domanda retorica del ministro Rocco Buttiglione — perché non si presenta alle regionali con il suo partito?». Intanto Buttiglione, in visita nelle Marche, ribadisce che «l'Udc ha numeri, prestigio e autorevolezza» per chiudere la partita ancora aperta in quella regione con un suo governatore, Francesco Massi (attuale capogruppo in Consiglio regionale). Anche il Nuovo Psi, con Chiara Moroni, si dice contrario a liste indipendenti per i governatori e sceglie la politica delle mani libere regione per regione, in attesa di risposte da Berlusconi.