È già scontro sul Quirinale, con un giallo
Il rischio che il Centrosinistra possa silurare Romano Prodi è serio e il premier non vuole rischiare di far fuori, prima del tempo, quello che considera il candidato ideale per far trionfare la Cdl alle Politiche del 2006. Ecco perché Berlusconi sta scrivendo, in questi giorni, di proprio pugno, un programma dei «100 giorni» che dovrebbe consentire al governo di portare a casa alcuni provvedimenti legislativi che diano al Paese un segnale di forte vitalità della maggioranza nella fase che precederà le Regionali: ma il premier vuole anche incassare subito le leggi fondamentali per preparare la campagna elettorale del 2006, dalla modifica del sistema elettorale alla riscrittura della legge sulla par condicio. Nei piani di Berlusconi per il 2005, dunque, la partita va giocata in due tempi: una prima sterzata primaverile, poi il lungo «serrate» finale, che scatterà a giugno quando - nelle speranze del governo - i dati della trimestrale di cassa di fine marzo consentiranno di scrivere un Dpef nel quale inserire nuovi tagli delle aliquote Irpef e Irap. Per il momento, in agenda ci sono provvedimenti da approvare assolutamente in Consiglio dei ministri o in Parlamento entro tre mesi: in ordine di importanza, le riforme del sistema elettorale (da modificare in una logica proporzionale), la nuova legge sulla par condicio (per garantire spazi di comunicazione pubblica in rapporto al peso politico dei apriti), il decreto sulla competitività e sul Sud (incentivi mirati alle imprese e rilancio del sistema dei distretti industriali), poi i testi unici già approvati dal governo e da sottoporre al Parlamento, dalla riforma del diritto societario (da approvare con alcune modifiche rispetto al testo originario), a quella degli ordini professionali (sblocco dei numeri chiusi e criteri più rigorosi di qualificazione e formazione) fino alla revisione degli ammortizzatori sociali (estensione dei sussidi e previdenza complementare), per chiudere con l'approvazione della legge a tutela del risparmio, finora arenata nelle secche della contrapposizione tra «fazisti» e no. Ma per decollare il governo avrà bisogno del sostegno del Parlamento, finora in grado solo a tratti di supportare la velocità di esecuzione dell'esecutivo, confermata dall'enorme percentuale (oltre l'80%) di proprie iniziative legislative. Ma accanto alle corsie preferenziali per le riforme, c'è da sbrigare anche l'ordinaria amministrazione e gli appuntamenti istituzionali, come la ratifica della Costituzione europea, che costituirà il piatto forte del primo mese parlamentare dell'anno. A Montecitorio si riapre i battenti lunedì 17, con una seduta dedicata alla conversione del decreto-legge sulla Croce Rossa che interviene sugli organi di amministrazione, dove non siederanno più i rappresentanti dei Ministeri ma i soli soci della Croce Rossa, ossia i volontari. Nella stessa seduta è prevista anche la conversione del decreto sul risanamento economico dell'Ente Ordine Mauriziano di Torino (che gestisce diversi ospedali del Piemonte), poi si passerà all'esame delle misure per l'internazionalizzazione delle imprese. In chiusura di seduta, all'ordine del giorno c'è la discussione della mozione sugli interventi per garantire ai minori l'apporto di entrambi i genitori in caso di separazione. Ma la giornata più attesa del mese è sicuramente quella di martedì 18 gennaio, quando alla Camera approderà la ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa. La discussione sulle linee generali sarà avviata al termine delle votazioni sulle pregiudiziali e proseguirà nelle successive sedute della settimana con cadenze che saranno indicate dal Presidente. Una discussione che si intreccerà con quella sulla ratifica dell'accordo tra il governo italiano e quello turco sulla cooperazione scientifica e tecnica: su entrambi i fronti ci sarà da tenere d'occhio la Lega, che potrebbe riservare qualche brutto scherzo alla maggioranza, reiterando