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Bossi lunedì ha convocato i suoi a Milano

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Per lunedì prossimo, 10 gennaio, il leader della Lega ha infatti convocato in via Bellerio a Milano, il massimo organo politico del Movimento, il Consiglio federale. È stato lui stesso, ieri pomeriggio nella sua casa di Gemonio, ospiti i ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni e il segretario della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti, a convocare la riunione politica. E così facendo ha dato un segnale forte del suo rientro in scena, un segnale che la base leghista attendeva da mesi. Da quando, in una altalena di attesa e speranze, colui che tutti chiamano solo «il Capo» aveva lasciato dopo un lungo periodo di cure intensive l'ospedale di Varese per una clinica nel nord della Svizzera per poi spostarsi, in un peregrinare che ai suoi è sembrato interminabile, alla clinica Hildebrand di Brissago per la riabilitazione. Con un passaggio anche al Cardiocentro di Lugano, dopo un lieve malore che lo aveva colpito in autunno. Dalle festività di Sant'Ambrogio, Bossi è stato praticamente quasi sempre a casa, salvo un breve puntata a Brissago, prima di Natale per degli esami, e a Ponte di Legno per Capodanno. Bossi aveva sì fatto una incursione in dicembre in via Bellerio, ma semiclandestina: un salto per salutare i redattori della Padania, il suo giornale, e per rilasciare una breve intervista. Lunedì, invece, Bossi annuncia che vedrà tutti i suoi dirigenti, quelli che compongono il Consiglio Federale e che attendevano da tempo questo momento. Non è ancora quell'uscita pubblica che il popolo del Carroccio aspetta, ma è comunque un passo ulteriore dopo i messaggi radio di Bossi ai suoi sostenitori. «È in grandissima forma, lo vedo dagli occhi oltre che da quello che dice», racconta Giancarlo Giorgetti, fedelissimo di Bossi, allegro dopo l'incontro di ieri pomeriggio a Gemonio. Incontro annunciato da qualcuno come un «vertice» ma che, a detta di tutti i partecipanti, un vertice non è stato.

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