Parla il coordinatore di Forza Italia: «Ha ragione Malgieri, il futuro è unire di più la Cdl»
«Federiamoci, è la nostra unica vera prospettiva»
Il 2005 sarà l'anno della svolta in campo economico con una robusta riduzione delle tasse in particolar modo per le imprese». Sandro Bondi parla piano, ha deciso di prendersi qualche giorno di riflessione. Ma si lascia andare per tracciare il bilancio dell'anno appena trascorso, mettere a punto l'agenda di quello che inizierà. e soprattutto per dare slancio alla proposta di Malgieri di federare i partiti della Cdl. Il coordinatore di Forza italia decide, dunque, di affrontare tutti i principali temi politici. Cominciando dalla fine. Onorevole, che bilancio traccia dell'anno appena concluso? «Il 2004 si chiude sotto i migliori auspici per il governo e per il Presidente del Consiglio». E perché? «Perché la maggioranza è riuscita a riprendere la strada giusta dell'unità e della concordia. Berlusconi ha avuto ancora una volta, in un momento decisivo per il Paese, la forza e l'intuito di riprendere in mano il timone della leadership. Ciò ha salvato il governo e la Casa delle Libertà». E adesso? «Ora la legislatura, soprattutto dopo il completamento del rimpasto di governo, può proseguire fino alla sua conclusione naturale, fissando un risultato storico ineguagliabile». Nell'Ulivo le cose non sembrano andare altrettanto bene. Come valuta quanto sta accadendo nel centrodestra? «Nello stesso tempo in cui la maggioranza trova un nuovo slancio, l'opposizione si trova nel pieno di una crisi di identità e di leadership, con una profonda e irrimediabile divisione al proprio interno». Be', tutto più facile per la Casa delle libertà. Avete stappato qualche bottiglia di spumante in più? «No, questa estrema crisi dell'opposizione non giova alla democrazia né al nostro sistema politico. Il bipolarismo si fonda sull'alternanza al governo da parte di coalizioni che si confrontano su programmi concreti e che arricchiscono la democrazia sulla base di una competizione e di una sana concorrenza su chi è in grado di offrire le migliori soluzioni per il bene del Paese». E in Italia non è così, scusi? «No, in Italia, invece, abbiamo ancora in una grave anomalia: l'anomalia di un'opposizione che non sa diventare una credibile alternativa di governo, e che si unisce solo sulla base della comune avversione nei confronti di Berlusconi e della formazione di un cartello elettorale per conquistare il potere». Forse è un'esagerazione. Sono divisi ma possono rappresentare un'alternativa... «Il fatto è che, come ha ammesso anche il direttore di Repubblica Ezio Mauro, se Prodi perde, perde. Se vince, perde lo stesso, perché alla prima curva il suo governo, come è già avvenuto, andrebbe fuori strada. Non c'è un solo punto su cui siano uniti, a partire dalla questione dirimente e fondamentale della politica estera». Torniamo al governo. In economia siamo usciti dal tunnel? «Intanto il 2004 è stato l'anno di svolta dell'economia italiana. Dopo trenta durissimi mesi in cui il governo ha dovuto fare fronte a una drammatica congiuntura internazionale, di sostanziale stagnazione, gli ultimi dodici mesi hanno segnato una prima, importante, inversione di tendenza. Se l'opposizione conservasse un minimo di obiettività dovrebbe riconoscerlo». Le sue sono opinioni. E i numeri? «Eccoli: il Pil è cresciuto del'1,4%, il triplo dei due anni precedenti, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello più basso degli ultimi decenni, l'inflazione si è attestata al 2%, contro il 2,7% del 2003, i salari sono cresciuti del 2,8%, quasi un punto sopra l'inflazione e con essi sono cresciuti i consumi. Anche gli altri indicatori macroeconomici mostrano un segno positivo, con la particolarità che tutti gli indici rivelano una accelerazione positiva nell'ultimo trimestre». E nel 2005? Che cosa si aspetta? Sarà l'anno della svolta o del crollo? «Grazie a queste premesse, il 2005 può essere davvero l'anno della svolta. La crescita del Pil è attesa oltre il 2%, l'inflazione dovrebbe rimanere stabile, salari e stipen