Ma i prodiani sono pronti ad andarsene
Pronti a minacciare anche la scissione. Arturo Parisi, presidente dell'Assemblea federale della Margherita rilascia un'intervista all'Espresso e attacca Rutelli: «Deve dire se crede ancora nel progetto della Federazione, che solo un anno fa salutò come un'idea nuova e feconda». Parisi si dice deluso dai partiti che ostacolano il progetto prodiano, denuncia i limiti della Margherita, afferma di non riconoscere più nella dirigenza del partito lo spirito e il progetto ulivista. Intanto, alla guida del comitato per le primarie, annuncia che le regole saranno pronte entro marzo. A rincarare la dose ci pensa un'altra prodiana. La senatrice Marina Magistrelli si proietta sull'appuntamento di lunedì, quando si riunirà la Direzione dei Dl: «Può succedere di tutto e tutte le ipotesi sono aperte. Come ultima opzione anche quella della scissione. Romano dice le stesse cose da sempre: vuole che i partiti della Federazione cedano una quota di sovranità. Non si può accontentare di ricandidarsi alle stesse condizioni del '96». Secondo la senatrice, «non si può praticare l'unità solo a parole, ma bisogna farlo sul campo e l'unico modo è quello di dimostrare che si crede veramente nel progetto». Il progetto di Prodi, dunque. Sulla Federazione e sulla lista unitaria alle regionali il professore si aspetta due risposte affermative. Non ci rinuncia. E allora torna in campo l'ipotesi di realizzarla in un numero consistente di regioni. C'è chi parla di nove o anche di dieci. A questo stanno lavorando i Ds. Piero Fassino ha passato la classica giornata del mediatore, e cioè attaccato al telefono. Ha sentito Prodi, Rutelli, il presidente dello Sdi Enrico Boselli, il segretario organizzativo della Margherita Franco Marini, il leader dell'Udeur Clemente Mastella. Al Botteghino sono fiduciosi e sperano di poter raggiungere a giorni un doppio obiettivo. Ricucire con Mastella nella Gad e rilanciare con forza il progetto della Fed. «Servono atti concreti», ripete il diessino Maurizio Migliavacca. Tradotto: si faccia la lista unitaria nel maggior numero di regioni possibili. Già, ma bisogna convincere Rutelli e Marini, che da sempre non fanno salti di gioia per il progetto. Proprio su questo obiettivo sono concentrati gli sforzi di Parisi e degli altri. Giuseppe Fioroni, responsabile Enti locali della Margherita, da sempre molto vicino a Marini, apre uno spiraglio: «Se la Federazione dell'Ulivo decide di presentarsi con le liste unitarie in un numero consistente di Regioni, siamo felici. Purché a scegliere, come abbiamo sempre detto, siano i livelli locali». Sempre Fioroni assicura che i Dl «credono alla Fed come non mai» e si incarica di rispondere ai prodiani: «Chi urla e parla di scissioni fa il male di Romano Prodi, della Federazione e dell'intera alleanza. Una Margherita divisa non farebbe bene a Uniti nell'Ulivo. Semmai a "Uniti nei Ds". Non mi sembra che questa sia la strada giusta». Bocche tappate, invece, tra i rutelliani. Al quartier generale dell'ex sindaco di Roma fanno sapere che si pensa a lavorare per l'unità della coalizione e per battere Silvio Berlusconi alle regionali. Non c'è nessuna intenzione di riaccendere lo scontro o di aprire nuove polemiche.