I testi di iniziativa ministeriale in Italia pesano di più che in altri Paesi europei In Germania sono solo il 69 per cento
Su un totale di 357 provvedimenti legislativi approvati a fine 2003, l'81,5% nasce da iniziative del governo (contro il 76,9% degli esecutivi Prodi, D'Alema e Amato), mentre la Casa delle Libertà alla Camera e al Senato porta a casa solo il 17,4% delle leggi contro il 18,8% della precedente maggioranza. È dunque un Berlusconi decisionista e riformatore quello che emerge dal rapporto sull'attività legislativa prodotto dall'Osservatorio di Montecitorio a fine novembre, mentre il Parlamento appare fiacco e meno disponibile ad assecondare l'azione del governo. Ma il governo vince la sfida anche con le tanto decantate Regioni, spesso additate come esempio di buona amministrazione e di efficienza amministrativa dai governi dell'Ulivo: le Giunte regionali sono ferme, in media, al 65% delle leggi approvate su propria iniziativa, un valore decisamente inferiore a quello dell'esecutivo nazionale. In termini assoluti, comunque, governo e Parlamento di centrodestra rincorrono Prodi, D'Alema e Amato per quantità di atti normativi approvati. Nella XIII legislatura (quella che è cominciata nel 1996 e terminata nel 2001), infatti, si viaggiava alla media di 14,93 leggi approvate al mese (per un totale che alla fine toccò le 906 unità), mentre oggi la Cdl, a metà legislatura, si attesta all'11,49 (per 357 atti approvati), con una media che nei primi cinque mesi del 2004 è scesa all'11,28 per un totale, al 30 maggio, di 407 leggi date alla luce da governo e Parlamento. I tecnici della Camera, dunque, sottolineano che si «accentua il ruolo guida assunto dall'iniziativa legislativa del Governo, in quanto il suo ulteriore aumento dipende anche dalla diminuzione dei casi in cui l'iniziativa parlamentare concorre con quella dell'esecutivo». Apprezzamento per l'azione dei ministri viene espressa poi sul piano «qualitativo» per l'azione fortemente innovatrice messa in campo: «L'iniziativa del governo — è scritto nel Rapporto della Camera — si conferma per la frequenza di provvedimenti di riforma talora con forte valenza programmatica, che spesso contengono deleghe allo stesso governo o altre norme che distribuiscono i poteri per l'ulteriore svolgimento della disciplina o definiscono procedure di coordinamento e di partecipazione tra diverse istituzioni, con le autonomie territoriali o con soggetti sociali». E anche il raffronto con altre realtà europee dimostra che l'incidenza dell'azione del governo italiano sull'attività legislativa è particolarmente significativa, se si considera che le leggi di iniziativa ministeriale in Italia pesano per l'81,5% sul totale, contro il 90% della Spagna e il solo 69% della Germania. Ma la valutazione dell'Osservatorio sull'operato del Parlamento non suona affatto come una bocciatura. Anzi, nel Rapporto sull'attività legislativa si spiega che «il Parlamento legifera meno, ma le leggi approvate hanno sempre più la funzione di organizzare e indirizzare l'esercizio di altri poteri normativi nelle forme della legislazione complessa». Una risposta chiara e definitiva al consueto coro di critiche che l'opposizione scarica sul governo per il presunto abuso della decretazione d'urgenza arriva proprio dalle cifre fornite dal Centro Studi della Camera. La media dei decreti legge approvati dal governo Berlusconi dall'inizio della sua esperienza di governo al 3 dicembre 2003 è di quattro al mese (per un totale di 124 decreti legge) contro il 3,36 dei due precedenti governi dell'Ulivo che diedero via libera a 204 provvedimenti direttamente in Consiglio dei Ministri. Infine, nella classifica degli atti approvati con almeno un passaggio in sede legislativa al 30 maggio 2004, prevalgono le Commissioni Cultura (16), Giustizia (15), Affari Esteri (8) e Difesa (7), per un totale di 77 provvedimenti di cui 25 senza on