Calderoli vuole la testa del Gip
Sono passati tre giorni ma l'aggressione subita da Silvio Berlusconi tiene banco e suscita ancora una coda di polemiche. Unita nel difendere la discrezionalità della magistratura, la Gad si divide però su Rosi Bindi, la «pasionaria» della Margherita secondo cui il premier, dopo le sue ultime dichiarazioni su angeli e demoni, «deve mettere in preventivo che accadano cose del genere». Tesi che non piace ai Ds: «Niente, sottolineo, niente — afferma stentoreo Vannino Chiti — può giustificare vandalismi e violenze». Tornando a Calderoli, la sua proposta di promuovere un'ispezione per i magistrati, indigna il centrosinistra e trova il dissenso anche del Presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. «In attesa della sentenza definitiva — sottolinea la responsabile Giustizia dei Ds, Anna Finocchiaro — la valutazione discrezionale del giudice sul fatto e sulla pericolosità della persona in questione è libera. Definire il capo d'imputazione e, conseguentemente la sanzione fa parte della discrezionalità del giudice che va tutelata». Anche il coordinatore della Quercia, Vannino Chiti, definisce «gravissima» la richiesta di Calderoli: «È un'iniziativa che nulla ha a che fare con i principi basilari di uno stato di diritto e che dimostra come nella destra ci siano concezioni e atteggiamenti che non rispettano e non concepiscono l'autonomia della magistratura. Se è legittimo dissentire da una decisione dei giudici, è inammissibile, invece, richiedere un intervento coercitivo nei loro confronti». Anche i Verdi attaccano il ministro del Carroccio: «Le sue dichiarazioni — afferma Pecoraro Scanio — rappresentano una inaudita intimidazione nei confronti dei giudici che non hanno fatto altro che applicare le leggi. Cercare di trasformare un atto incivile, quale è certamente stata l'aggressione al premier, in un attentato è a dir poco sconcertante». Contrario alle posizioni del ministro per le Riforme anche Francesco Cossiga: «Mi sembra ingiusto criticare il magistrato per aver subito messo in libertà l'aggressore di Silvio Berlusconi. Tutto si può chiedere ai servitori dello Stato tranne di essere degli eroi e di aspirare a diventare dei martiri. Pensate quale sarebbe stato l'atteggiamento di magistrati militanti e democratici e quale rappresaglia sarebbe venuta dal Csm se egli avesse compiuto un atto che potesse sembrare anche lontanamente favorevole al leader di FI». Infine da sottolineare l'intervento volto a svelenire il clima di Roberto Maroni che rappresenta un'implicito distinguo rispetto al suo compagno di partito, Calderoli: «Sull'aggressione a Berlusconi non contribuirò a alimentare polemiche». I fatti di Piazza Navona provocano però anche una nuova divisione interna alla Gad, tutta incentrata sulle posizioni espresse dall'ex ministro, Rosi Bindi. Il coordinatore della segreteria dei Ds, Vannino Chiti, esprime tutto il suo disappunto: «Non sono d'accordo. Il centrosinistra non deve inseguire in alcun modo la destra nelle campagne di aggressione verbale. Deve, invece, denunciarle politicamente e proporsi ai cittadini italiani con un progetto positivo di unità e di confronto aperto anche verso i suoi avversari». Critico anche Francesco Giro, responsabile nazionale di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico che, ricordando il recente passato di Rosy Bindi, sottolinea come «la prima assistente di Vittorio Bachelet, vittima delle Br, non può giustificare la violenza». «Bachelet ci ha insegnato la carità politica ed il perdono, non la tolleranza della violenza, che come tale va contrastata e mai giustificata». «L'aggressione a Silvio Berlusconi — aggiunge Giro — poteva avere conseguenze assai più gravi e ha colpito l'integrità fisica di una persona, che oggi riveste un ruolo di altissimo profilo istituzionale per volontà del popolo italiano».