Al Tg3 piace ancora essere Telekabul

I risultati d'ascolto e le polemiche sul trash. L'impegno dei telegiornali sull'attualità e le contraddizioni dell'informazione. La politica-spettacolo e la diatriba sul pluralismo. Chiuso il capitolo 2004 la Rai apre in veste del tutto nuova il 2005. Dando un'occhiata al bilancio annuale dei dati dell'Osservatorio di Pavia per il 2004, si conferma però lo squilibrio già sottolineato in alcuni mesi precedenti. Se la presenza del governo e del premier Berlusconi costituiscono una costante naturale della rilevazione effettuata nei tre telegiornali della Rai, e la presenza continua di Ciampi, Casini e Pera in Tv per esigenze istituzionali, ha determinato anche un aumento del dato «Istituzionale», è evidente che il Tg più equilibrato è proprio il Tg1 di Clemente Mimun, spesso obiettivo di attacchi politici e considerato dall'opposizione il più filo-berlusconiano. Il telegiornale più squilibrato è stato invece proprio il Tg3. Non solo, ma lo squilibrio potrebbe venir accentuato nel 2005, visto che fino a qualche mese fa Romano Prodi finiva, come esponente della Ue, nel «tempo-presenza» degli Istituzionali. Da quando invece il Professore è tornato ad essere solamente il candidato leader dell'opposizione, allora dovrà venir conteggiato necessariamente nella casella dell'Ulivo. È così che il Tg di Di Bella potrebbe anche superare la soglia del 36% destinato all'opposizione, mentre solo il 16,7% è riservato alla Cdl e il 28,1 al governo. Discorso capovolto ma sempre non in linea con la regola dei tre terzi per il Tg2 di Mauro Mazza che però riserva una parte veramente eccessiva al governo, sacrificando sia Cdl che Ulivo. In ogni caso paragonando i dati dei tre telegiornali del servizio pubblico, è palese che il soggetto politico più trascurato resta comunque la Cdl (a 20 punti dal governo), mentre l'opposizione nel suo complesso è solamente a dieci punti dal governo.