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«Non capisco, che cosa gli ho fatto?»

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Lo sfogo con i suoi: «Tutta colpa della campagna d'odio iniziata a Genova»

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Sinceramente dispiaciuto. E mentre gli uomini della scorta, l'altra sera, lo portavano - proteggendolo con il corpo - verso l'automobile blindata e di qui, da piazza Navona, a via del Plebiscito dove c'è la residenza privata del premier, il Cavaliere sembrava sbigottito: «Ma perché mi fanno questo? Che gli ho fatto?», si domandava incredulo per l'accaduto. Giunto a casa, Berlusconi ha dovuto richiamare in servizio alcune persone, visto che aveva dato lo «sciogliete le righe» già nel pomeriggio: in programma il premier aveva il ritorno ad Arcore. Sono subito arrivati il medico di Palazzo Chigi, Brunella Vercelli, che lo ha prontamente curato, e un cuoco. E ancora un paio d'ore dopo l'aggressione, il Cavaliere era ancora a chiedersi: «Ma perché? Che ho fatto a questo signore io? Perché ce l'ha tanto con me? Che torto ho fatto?». Non è la prima volta che accade. Anche in precedenti uscite il Cavaliere è stato acclamato, gli chiedevano autografi, gli battevano le mani. All'improvviso, ecco qualcuno che gli dava addosso e magari partiva anche qualche insulto. È capitato di recente con una signora. Berlusconi ha provato a sdrammatizzare: «Guardi che le tasse saranno abbassate anche a lei», ha scherzato il Cavaliere. Poi, tornato tra le mura domestiche, s'è interrogato di nuovo: «Ma perché ce l'aveva con me?». Come se non si rendesse conto che è pur sempre possibile che non tutti lo amino. Sbollita la delusione della sera di San Silvestro, il Cavaliere è rimasto a casa per un brindisi sobrio a casa, ha ricevuto le prime telefonate di solidarietà e qualche visita. Ha riservato invece a ieri mattina le valutazioni politiche. E, ragionando con i suoi, s'è lasciato un po' andare: «Non c'è niente da fare, quello che accade è tutta colpa del clima d'odio instaurato dalla sinistra. Ma la vedete "L'Unità", tutti giorni articoli intrisi d'odio?». Quindi una analisi ancora più politica: «Il problema è che in Italia non abbiamo un'opposizione socialdemocratica, qui da noi sono ancora comunisti. Sono nati così e sotto sotto così sono rimasti». È tornato indietro con la memoria: «La dimostrazione che sono ancora i nipotini di Stalin sta nel fatto che non hanno mai accettato il risultato delle urne. Alla prima occasione utile, hanno aizzato la piazza. Ricordate il G8 di Genova, nel 2001? Hanno provato subito a muovere la piazza per far cadere il governo. E questo desiderio resta. Sotto la cenere hanno lasciato che il fuoco ardesse. Basta guardare i loro giornali e le dichiarazioni di qualcuno». Nell'entourage del premier, sono rimasti colpiti, per esempio, dalle considerazioni fatte da alcuni esponenti dell'opposizione, come quella di Marco Rizzo («No a lezioni morali da chi fa leggi ad personam»). «Sembra in qualche caso che si voglia fornire una legittimazione a quel gesto», ha commentato il premier senza fare riferimenti precisi. L'ordine di scuderia, comunque, è stato di non drammatizzare. Il Cavaliere ha chiesto ai suoi di non esagerare con le affermazioni in suo sostegno. Tanto che mentre il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi ha detto che quel che è accaduto è «frutto dell'odio della sinistra», il suo vice, Fabrizio Cicchitto, ha chiesto che «ora finisca la demonizzazione personale di Berlusconi». Fin qui le parole. Il Cavaliere tuttavia adesso dovrà cambiare alcune abitudini. Il servizio di scorta sarà molto più rigido anche se per quanto accaduto non ha colpe: il treppiedi lanciato da Dal Bosco è arrivato da dietro. Ma il Cavaliere dovrà rinunciare a qualche bagno di folla. Qualche stretta di mano in meno e anche qualche cavalletto in faccia in meno in futuro.

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