De Mita silura Romano Prodi
Stavolta arriva da Ciriaco De Mita, ex presidente del Consiglio. Ma, soprattutto, il vero «inventore» del Professore. Fu proprio il leader irpino della Dc e volere Prodi alla guida dell'Iri nel 1983. E nel corso di questi venti anni il rapporto tra i due è stato più che stretto, forse simbiotico. Ma evidentemente qualcosa s'è rotto. Afferma De Mita in un'intervista con Il Mattino: «L'ho detto personalmente anche a Prodi: lui è candidato del centrosinistra per una straordinaria congiunzione astrale». «Su tale condizione fortunata - continua De Mita - il leader indicato si sarebbe e si dovrebbe impegnare, non in un gioco non sempre chiaro e utile di mediocri mediazioni, ma indicando un programma politico comune. Temo che invece si sia scelta la strada sbagliata — sottolinea l'ex presidente del Consiglio — gli organigrammi degli organigrammi». Ma De Mita è anche colui il quale ha lanciato anche un latro personaggio politico, Clemente Mastella. Il quale, proprio agli inizi degli anni Ottanta, fu proprio il portavoce dell'allora segretario della Dc e leader della sinistra di base. «Anche l'Udeur - dice oggi De Mita - fa parte della coalizione di centrosinistra e non si può pensare come fanno in Campania i Ds, che Mastella sia utile alla coalizione ma fuori di Napoli. Quel che è accaduto è utile a sollecitare in Mastella comportamenti di virtuosismo politico. Ha posto un problema, va risolto». «E se in Campania - suggerisce l'esponente della Margherita - si facesse come in Puglia con le elezioni primarie?». «Il candidato presidente - conclude - individuiamolo così: se vince Mastella diventa il candidato, se vince il candidato di sinistra è altrettanto legittimato ad esserlo». «Chi è chiamato a guidare indica la strada, non dà giudizi, aiuta a far emergere le soluzioni giuste», ammonisce l'ex premier. Secondo il quale, inoltre, «l'errore di impostazione viene da lontano. Dalle elezioni europee e dalla lista unica del centrosinistra, passando per l'ipotesi della federazione deliberata dalla Margherita e arrivando alla supposta costruzione di un partito unico. La Margherita ha già espresso con nettezza la sua posizione, chi guida la coalizione avrebbe il dovere di tenerne conto, non può continuare a far finta di niente». Resta dunque aperta la questione Mastella. Anche se l'aria sembra essere cambiata. Il primo a intuirlo è Massimo D'Alema che avverte: «Mastella ha posto dei problemi politici e anche ha chiesto di essere rispettato; è una forza politica che non è grande, ma non per questo è meno necessaria, e mi risulta che questi problemi si stanno risolvendo». subito dopo s'apprende che il leader dell'Udeur e il numero uno del centrosinistra hanno avuto una lunga e cordiale telefonata. Ma a gelare gli entusiasmi ci pensa il capo della segreteria politica dei mastelliani, Sandro De Franciscis: «Vediamo in giro un ottimismo che non condividiamo e non riusciamo a capire su che cosa si possa fondare». E aggiunge: «C'è il pericolo di una sottovalutazione da parte degli ex alleati delle decisioni pretese nell'ultimo consiglio nazionale del nostro partito». «Se solo dopo due giorni - osserva ancora De Franciscis - qualcuno fa finta di niente e immagina che tutto possa riprendere come se nulla fosse accaduto, si è completamente fuoristrada, i problemi di ieri che ci hanno costretto ad uscire dalla Gad sono ancora tutti in piedi e irrisolti. O ci danno concrete garanzie e risposte convincenti alle questioni politiche da noi poste sul ruolo nella alleanza di un partito di centro, oppure i silenzi di questi ultimi mesi rispondevano effettivamente al disegno di emarginarci». Più lapidario un successivo comunicato dell'ufficio stampa dei Popolari-Udeur: «In questi giorni Clemente Mastella fa e riceve soltanto auguri di buon anno Per quanto riguarda la politica, e i suoi problemi, - puntualizza ancora il comunicato - se ne riparlerà nel 2005, a gennaio, alla ripresa dell'attività». Un ulteriore difficoltà arriva dalla Basilicata, dove il candidato