Mastella-Cdl, arriva lo stop della Lega
Il capogruppo della Lega alla Camera Alessandro Cè sconsiglia la Cdl a praticare una politica «entrista» verso l'Udeur dopo la rottura con La Gad. Presidente Cè, la Grande alleanza democratica è in piena crisi. Clemente Mastella ha ritrovato la sua autonomia. Come valuta questa situazione in qualità di capogruppo della Lega alla Camera? «Innanzitutto vogliamo capire se questa situazione rappresenta la fine delle relazioni tra Mastella e il centrosinistra o se si tratta di un momento di un tempo teatrale che ha un finale diverso da quello annunciato. Conoscendo Mastella non mi sbilancerei più di tanto. Personalmente la cosa mi lascia del tutto indifferente. Con tutto il rispetto, il leader dell'Udeur è il protagonista di cambiamenti di rotta che non sono legati a motivazioni né ideali, né ideologiche. E allora da che cosa è mosso? «La collocazione politica dell'Udeur è determinata dal mancato accoglimento delle richieste di posti. Da questo punto di vista è il seguito di un film già visto». Però gli equilibri politici cambiano. «Mastella rappresenta un numero limitato di elettori. Ma può avere una certa influenza anche sull'esito delle elezioni regionali». Alcuni esponenti della CdL come Sandro Bondi sono molto possibilisti su un nuovo ingresso nel centrodestra. È d'accordo con questa linea delle «porte aperte»? «Non condivido questo entusiasmo perché gli alleati sono tali in rapporto ad obiettivi programmatici e non solo a rapporti di forza numerica. Non mi unisco a questi atteggiamenti entusiastici che provengono da Forza Italia». Il meridionalismo mastelliano si contrappone alla vostra linea? «Il nostro problema non è certo il meridionalismo di Mastella perché il suo modo di far politica è un modo campanilistico che sottende a tutti i vecchi vizi della politica italiana. Questa metodologia non può essere fatta propria dalla Casa delle Libertà. È chiaro che a qualcuno potrebbe interessare avere nel proprio schieramento chi rappresenta la conservazione rispetto alla "spinta propulsiva" della Lega». Cossiga dice che l'allontanamento dell'Udeur è il frutto dei guasti del maggioritario. È d'accordo? «Abbiamo denunciato da sempre alcuni aspetti negativi del maggioritario contestando il predominio delle tesi esposte dalle forze di maggioranza relativa all'interno delle due principali coalizioni e il fatto che ci sia anche una deriva corporativistica nella logica maggioritaria. Ma noi non abbiamo timore di questa logica». La fuga di Mastella testimonia l'incapacità di Prodi di essere leader? «Il centrosinistra è talmente variegato e conservatore. Non riesco nemmeno a capire come facciano a stare insieme. La figura di Prodi ha mostrato limiti evidenti. Come Presidente della Commissione europea è stato sfiduciato più volte. Oggi non ha possibilità di vittoria. È inspiegabile che il centrosinistra punti ancora su di lui». Allora meglio lontani da Mastella? «Mastella può dare un vantaggio competitivo alla CdL in alcune regioni. Però non è un valore aggiunto, anzi può far fuggire dei voti dal centrodestra perché corre dove si vince, vuole prendere posti di potere. In lui non vedo nulla di ideale».