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Sottosegretari, le nomine entro il 28

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D'altra parte proprio mercoledì Berlusconi durante la conferenza stampa a palazzo Chigi aveva assicurato tempi brevi per le nomine. Che sia un «problema» non vi sono dubbi, e questo perché i posti rimasti vuoti sono solo sei mentre le richieste e le attese (soprattutto nelle file azzurre) sono molte di più. È questo il motivo che ha ritardato finora l'operazione. Berlusconi, infatti, intenzionato a «moltiplicare» il numero dei sottosegretari (per arrivare almeno a dieci) avrebbe ricevuto un segnale di stop dalle parti del Quirinale. Ma il premier intenderebbe fare un nuovo tentativo, se è vero, come ha riferito Calderoli, che Berlusconi «ne parlerà con Ciampi lunedì» (il giorno prima del Cdm). Sì perché Berlusconi questa volta non vorrebbe proprio scontentare i suoi; piuttosto non ne farebbe niente come ha lasciato intendere ad alcuni collaboratori quando, di fronte all'eccessivo numero di autocandidature azzurre, si era quasi arreso: «I posti per Forza Italia sono 3 ma le richieste sono 20, così ne accontento 3 ma ne scontento 17...». È stato il ministro delle riforme a diffondere ieri la buona novella sull'imminente nomina dei sottosegretari. Cosa che ha galvanizzato soprattutto gli azzurri che guardano alla «promozione» come ad un compenso per i tanti sacrifici fatti per il bene e la tenuta della coalizione. Lo stesso Berlusconi, dopo la nomina di Fini alla Farnesina (con la conseguente perdita per gli azzurri di uno dei ministeri più prestigiosi), aveva rassicurato i suoi garantendo che la ferita di Forza Italia sarebbe stata sanata proprio attraverso un giro di nomine a sottosegretari. Ma le sedie che si sono via via liberate durante la legislatura sono solo sei. E non c'è solo il partito del premier ad avanzare rivendicazioni: il completamento del «riequilibrio» della squadra di governo passa anche attraverso le poltrone di seconda fila. Ecco perché nei partiti della Cdl, nell'ambito delle trattative che si sono svolte nella fase calda della verifica, sono state anche «blindate» delle promesse. Così Calderoli, che ieri ha anche visto il premier a Palazzo Grazioli, lasciando via del Plebiscito ha confermato che la Lega rivendicava e rivendica ben tre posti: due gli spetterebbero perché hanno «perso» Stefani e Giorgetti, la terza compenserebbe la rinuncia ad un governatore del Nord. Sono due però i tasselli previsti per la Lega nel puzzle dei sottosegretari, e nel Carroccio si fanno i nomi di Gian Paolo Gobbo, segretario della Liga Veneta e sindaco di Treviso, e di Roberto Cota, presidente del consiglio regionale piemontese. L'Udc rivendicherebbe un posto, quello lasciato libero da Mario Baccini agli Esteri (il candidato centrista dovrebbe essere il deputato siciliano Giuseppe Drago). An punterebbe a due nomine, per una si fa il nome di Carmelo Briguglio, esponente della destra sociale. In Fi si parla di promozione per Michele Saponara, Francesco Nitto Palma, Battista Caligiuri, Luigi Vitali e per il senatore Giampaolo Bettamio (che potrebbe andare ai Beni culturali o all'Interno.

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