Brunetta: «Giro di vite sulla spesa sanitaria»
La spesa della sanità, degli enti locali e della pubblica amministrazione sarà passata ai raggi X per scovare sprechi e inefficienze che questa volta saranno colpiti. Non solo. Ci sarà un meccanismo premiale e punitivo per gli enti locali in modo da indurli a stringere i cordoni». Parola di Renato Brunetta, consigliere economico di Berlusconi che anticipa a Il Tempo un'operazione per ridurre le spese. A dimostrazione che questa volta si fa sul serio, afferma l'economista, c'è la costituzione di un gruppo di lavoro già attivo, di cui fanno parte anche Guido Crosetto, responsabile del credito di Forza Italia e relatore della Finanziaria, e il responsabile economia di FI Luigi Casero. I risultati del monitoraggio della spesa pubblica saranno resi noti a metà gennaio e verranno inseriti nel Documento di Programmazione Economico dove, spiega Brunetta, verrà indicato un apposito capitolo dal titolo lotta agli sprechi e tagli alle tasse. Come pensate di scovare gli sprechi degli enti locali? «Alcuni esperimenti a livello regionale hanno dimostrato che si può ridurre del 20-30% la spesa per farmaci senza toccare le necessità dei cittadini. La Regione Lazio ha posto per una settimana una serie di vincoli alle prescrizioni mediche e ha abbattuto la spesa del 30%. Il nostro obiettivo è di colpire sprechi e abusi. Nei 17,5 miliardi di spesa farmaceutica ci sono anche gli abusi dei prescrittori e le prescrizioni generose. Se riusciamo a ridurre questa spesa del 20-30%, i risparmi possono andare per metà a finanziare farmaci gratuiti alle classi meno abbienti e l'altra metà a ridurre le imposte. La logica dovrebbe essere questa: per ogni euro risparmiato, la metà dovrebbe andare a categorie bisognose e l'altro 50% a tagliare le tasse. Per categorie bisognose intendo gli anziani non autosufficienti, le famiglie con un membro portatore di handicap, i giovani atipici che dovrebbero avere mutui per la casa e ammortizzatori sociali. Ma il giro di vite non riguarderà solo la sanità». Quali altri settori degli enti locali passerete al setaccio? «Un tema da approfondire è quello degli immobili. Il Comune di Venezia, che è quello che io conosco di più, ha 17.000 case che rendono zero. Bisogna introdurre un meccanismo premiale e punitivo per incentivare i Comuni o a vendere il patrimonio immobiliare o a farlo rendere di più. Chi non avvia l'una o l'altra operazione verrebbe punito con tagli ai trasferimenti». E nella pubblica amministrazione come pensate di intervenire? «Abbiamo destinato 5 miliardi al rinnovo del contratto degli statali e spero che vengano introdotti vincoli di efficienza. Penso anche che una riduzione del personale della pubblica amministrazione potrebbe aumentare la redditività. Il lavoro sulla riduzione degli sprechi andrebbe accompagnato con una riforma della Finanziaria». Il che vuol dire che il prossimo anno la Finanziaria sarà inemendabile? «Non è possibile che la Finanziaria entri in un modo in Parlamento e ne esca completamente diversa. Come pure è assurdo che l'assalto con gli emendamenti sia ad opera soprattutto della maggioranza. Questa Finanziaria va cambiata. Un'ipotesi potrebbe essere quella dell'inemendabilità».