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Rcs rialza la testa. E manda in campo Mieli

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Torna il direttore che ha già diretto il quotidiano milanese. Obiettivo: battere Ezio Mauro

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La Repubblica di Ezio Mauro contro Il Corriere della Sera di Paolo Mieli. Dopo molti tormenti e un lungo periodo di navigazione a vista, i grandi soci di Rcs Mediagroup hanno sancito il ribaltone più naturale al vertice di quello che è ancora, nonostante tutto, il primo quotidiano italiano. La sostituzione di Stefano Folli era vaticinata da molti mesi, nonostante l'appoggio goduto fin dal primo giorno dal Quirinale e dal suo principale inquilino, Carlo Azeglio Ciampi. Il cambio di direzione sembrava vicinissimo una volta risolta la partita con Cesare e Maurizio Romiti che del Corriere erano stati negli ultimi anni signori incontrastati. Ma la diversità di opinioni e proposte del frastagliato azionariato di Rcs ha reso tutto più complicato. Fino a circa una settimana fa, quando in mezzo alle varie candidature che si contrapponevano i grandi azionisti (da Sergio Romano a Enrico Mentana, da Marcello Sorgi a Guido Gentili), è emersa l'unica soluzione a cui nessuno se l'è sentita di dire no. Mieli ha già guidato il Corriere fra il 1992 e il 1996, ha affrontato con successo la battaglia con Mauro (un amico-avversario che conosce come nessun altro giornalista italiano), è rimasto in tutti questi anni all'interno del gruppo Rcs, rifiutando perfino la presidenza della Rai. Ed è una delle rare figure di giornalista-manager ormai necessaria per affrontare uno scontro editoriale che non è più quello fra due semplici testate che si contendono la leadership del mercato. Con investimenti da centinaia di milioni di euro che solo quei due gruppi editoriali oggi sono finanziariamente in grado di effettuare, Repubblica e il Corriere della Sera si trasformeranno in vere flotte editoriali. Quotidiani full-color a 96 pagine, sezioni intere monotematiche e settimanalizzate, prodotti allegati sempre nuovi. Se la guerra delle copie e della pubblicità resterà la principale, è vero anche che in questi ultimi due anni il fatturato dei principali giornali italiani è lievitato soprattutto per gli abbinamenti con altri prodotti: libri, cd, dvd, enciclopedie, atlanti. Con Mieli la Rcs, pur tornando all'antico, compie una piccola svolta squisitamente imprenditoriale. Per la prima volta in questi anni, se questa mattina alla nove verrà messa la firma finale sull'intesa, il direttore del Corriere della Sera verrebbe scelto non sulla spinta o con lo sfondo di motivazioni politiche, ma con le sole ragioni del mercato: come fosse un manager, l'amministratore delegato di una società. Mieli ha 55 anni, è nato a Milano Nato il 29 febbraio 1949, da ragazzo ha militato nella sinistra extraparlamentare. Si è laureato a Roma con una tesi sul fascismo con Renzo De Felice, di cui per qualche tempo ha fatto l'assistente universitario. La sua carriera giornalistica è iniziata all'età di 18 anni, all'Espresso, dove è rimasto per diciotto anni. Nel 1985 fu chiamato da Eugenio Scalfari a Repubblica ma dopo un anno e mezzo sarebbe passato a La Stampa. Il 21 maggio 1990 è diventato direttore del prestigioso quotidiano torinese. Dopo due anni, il 10 settembre 1992, l'inizio della sua prima direzione al Corriere della Sera, durata fino al 7 maggio 1997, giorno in cui ha passato il timone a Ferruccio De Bortoli, diventando direttore editoriale del gruppo Rcs.

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