IL CONGRESSO DEL NUOVO PSI

chi non vuole, non lo fa. Non è la prima volta nella storia d'Italia che alcuni socialisti diventano ex». Il congresso nazionale che si terrà alla Fiera di Roma dal 21 al 23 gennaio 2005, «servirà a rendere evidente anche questo». Parte da questa presa di distanza dai fratelli dello Sdi, Gianni De Michelis, leader del Nuovo Psi, mentre apre la campagna di comunicazione del partito in vista del IV Congresso Nazionale presentato alla Camera dei Deputati: «Hanno preferito optare per il Triciclo che ha rappresentato la negazione dell'identità e della tradizione programmatica socialista». Ma ora ci si attende il «salto di qualità», dichiara De Michelis mentre presenta le tre tesi congressuali che faranno da linee guida del partito da qui alle politiche del 2006: «Contribuire a mettere assieme una minoranza efficace dal punto di vista quantitativo con il raggiungimento di alcune soglie minime attorno al 4 o 5% , proporre un modello di progetto Paese fatto di cultura di governo, esperienza e know-how e intercettare l'atteggiamento di questi ultimi tempi di sfiducia e malessere del cittadino per dare obiettivi credibili e convincenti». E per «riaprire spazi politici e appropriarci della nostra identità politica», De Michelis si dichiara pronto a mettere da parte l'aggettivo che nel 2001 aveva rimesso in campo la forza socialista: «Vedremo se far cadere l'aggettivo "Nuovo" rispetto al Psi, lo proporrò, vedremo poi se la proposta sarà accolta». «Si chiude la fase 1994-2004 in cui il Psi è scomparso dalla scena e da qui comincia la sua storia». Ma sulla scomparsa dell'aggettivo, chi non è d'accordo è Bobo Craxi: «C'è una parte della classe dirigente che voleva questo nome, simbolo del New Labour: io invece preferirei - mostra il logo - nella corona la scritta "socialismo liberale" e sotto "Nuovo Psi"».