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Ma Prodi ha due grane: Rifondazione e Udeur

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Anche nel centrosinistra la tensione resta alta in attesa del vertice di oggi di Prodi con tutti i leader della Gad e poi con i partiti di Uniti nell'Ulivo. All'ordine del giorno c'è il tema della Lista unitaria ma anche le richieste dell'Udeur e di Rifondazione e le candidature di Basilicata e Puglia. «Mi considero in silenzio stampa fino a domani» ha spiegato ieri Clemente Mastella. E il «silenzio stampa» sta ad indicare che la posizione dell'Udeur non è cambiata. Quanto detto da Mastella nella manifestazione con Prodi vale ancora oggi: «Sono d'accordo con le parole dette da Prodi nel suo intervento, ma è come il tempo dell'Avvento. E adesso sono in attesa di sue risposte dal punto di vista pratico e politico». Mastella, come si sottolinea all'Udeur, aveva già convocato l'Ufficio politico del partito ed era deciso a rompere. Poi, è intervenuto Prodi con quello che viene definito «un appello per attendere». Così, c'è stata la partecipazione alla manifestazione di Milano e, ora, l'attesa in «silenzio stampa» fino al vertice di oggi. Ma la situazione è ancora ingarbugliata e si registrano forti tensioni sul tema delle liste uniche, ma anche su quelle civiche caldeggiate da Prodi, che stanno dando pensieri soprattutto alla Margherita, ma anche ai Ds, che non vedono di buon occhio la nascita di liste dell'Ulivo accanto a quelle dei partiti. In Puglia, con grande soddisfazione dei dirigenti locali di Rifondazione, è stato fatto slittare il voto dei 500 grandi elettori, da oggi al 20 dicembre, proprio per prendere fiato e svelenire il clima: restano infatti in campo il diellino Francesco Boccia, assessore al comune di Bari, favorito perchè sostenuto da Ds e Margherita, e Niki Vendola del Prc. «Se la Gad dicesse di no a Vendola in Puglia — ha più volte avvertito Bertinotti — allora lo spirito della coalizione sarebbe menomato. La battaglia politica dentro la coalizione subirebbe una drammatica acutizzazione. Non è che Rifondazione ha chiesto quel nome tanto per mettere da qualche parte almeno una bandierina. Vendola è il nome giusto: è stato il protagonista di battaglie popolari come quelle di Scanzano, Melfi, Terlizzi, raccoglie consenso nel mondo intellettuale e in quello cattolico, esprime bene lo spirito della coalizione». A Bertinotti e Mastella hanno aloro volta risposto piùvolte i responsabili enti locali dei Ds e della Margherita. Il diessino Cabras ha escluso che vi siano veti a candidature di altri partiti e definisce «ingiustificati i toni di chi annuncia previsioni di rottura o intenzioni di riprendersi autonomia di schieramento alle prossime elezioni». «Tutti quanti — ha sollecitato il dielle Fioroni — dobbiamo prestare la massima attenzione alle varie istanze sollevate e rappresentate dagli alleati della coalizione, senza però che queste si trasformino in ultimatum o diktat che davvero non trovano motivo di essere». Ma a rilanciare le ragioni di Mastella ci ha pensato il collega di partito Cusumano che ha tracciato uno scenario pesante: «Vedere alcuni leader del centrosinistra giocare sulla linea della chiusura ad oltranza verso i Popolari-Udeur, con l'obiettivo di alterare l'impianto unitario della coalizione in un'area decisiva come il Mezzogiorno, significa alimentare un'azione corrosiva sulla leadership di Romano Prodi e prepararsi ad un "dopo-regionali" con la messa in discussione di tutto, candidatura a premier compresa».

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