Craxi, un nome che fa ancora paura
Almeno fino a quando resisteranno i veti sul nome. Che ci sono ancora. A quasi cinque anni dalla morte del leader socialista. Silvio Berlusconi si avvia alla stretta finale per il rimpastino prima delle vacanze natalizie. Dopo aver nominato Marco Follini vicepremier e Mario Baccini ministro della Funzione Pubblica, il presidente del Consiglio ha intenzione di mettere mano ai ritocchi nella squadra di governo. Assodato che non ci saranno nomine di nuovi ministri (almeno per il momento è quanto assicurato dal Cavaliere), gli ultimi aggiustamenti dovrebbero limitarsi ai sottosegretari. E, innanzitutto, dovrebbero riguardare la Lega, il fedele alleato per ora rimasto a piedi. Se Follini ha avuto la poltrona numero due, Fini quella degli Esteri, a Bossi e camicie verdi non è stato ancora concesso nulla. Saranno dunque nominati due sottosegretari, alle Infrastrutture e all'Economia, in sostituzione dei dimissionari Giorgetti e Stefani. Subito dopo il Cavaliere si occuperà di repubblicani e socialisti. Per i primi non dovrebbero esserci particolari problemi, visto che l'attuale sottosegretario all'Ambiente Francesco Nucara potrebbe essere promosso viceministro. È assai probabile che si proceda alla nomina anche di un nuovo sottosegretario. Più complicata la partita per il Nuovo Psi. Il segretario Gianni De Michelis ha chiesto che il suo partito possa sedere in Consiglio dei ministri, ma il Cavaliere ha risposto picche e ha controfferto un posto di sottosegretario. Il leader del Garofano rosso ha quindi candidato Bobo Craxi, il figlio di Bettino. Ma qui si è scatenata la bagarre. Il Carroccio ha posto il veto: un Craxi nel governo? Mai. Ma anche Alleanza nazionale ha accolto l'ipotesi con freddezza. E così, dopo un rapido giro di consultazioni, Berlusconi ha fatto sapere che c'erano problemi. De Michelis s'è impuntato: allora non se ne fa nulla. In fin dei conti preferisce così, nel suo partito è scoppiata una piccola guerra. Per quella sola poltrona c'erano già più pretendenti e alla fine anche a De Michelis conviene che non se ne faccia nulla. Meglio puntare alla nomina di un ente, una società pubblica o similaria, in cui magari sistemare qualche professore fidato piuttosto che un sottosegretario che pesa poco. Non ci sarà il ritorno di un Craxi al governo, insomma. O almeno per adesso, segno che quello dell'ex leader socialista è un nome che fa storcere ancora il naso. Il rischio, comunque, è che salti l'intera trattativa per l'ultima fase del rimpasto. Repubblicani e socialisti sono disponibili a chiudere la partita solo se non ci saranno nomine di altri ministri e sospettano che Berlusconi riapra il capitolo promozioni a gennaio. Ma solo per promuovere un fedelissimo come Gianfranco Miccichè (Fi) e, magari, anche l'eterno quasi ministro Adolfo Urso (An).