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Condono, neppure 60 mila domande

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Per la Cgia di Mestre, però, le domande pervenute sino ad ora non arrivano a 60.000 e difficilmente (la scadenza dei termini per la presentazione delle domande è il 10 dicembre) garantiranno i 3,165 miliardi di gettito previsti. Anche le esperienze passate non sembrano, comunque, essere di conforto. Infatti, secondo la ricostruzione effettuata dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, nei due precedenti condoni edilizi applicati nel 1985 e nel 1994 gli incassi sono stati molto inferiori alle attese. Nel 1985, ad esempio, di fronte ad un gettito di 2,9 miliardi di euro, quest'ultimo ha coperto solo il 58% delle previsioni di incasso. Meglio è andata nel 1994 visto con i 2,5 miliardi di euro recuperati dall'erario si è coperto il 71% delle previsioni di incasso. «Ora — sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre — appare molto difficile poter rispettare gli impegni presi. Ovvero coprire di quasi la metà il calo delle tasse previsto per l'anno prossimo. Il successo dei vari condoni, sanatorie e scudi fiscali applicati l'anno scorso è stato eccezionale — prosegue Giuseppe Bortolussi — Degli 8 miliardi di euro previsti, l'erario ne ha incassati addirittura 19,9; il 248,7% in più rispetto alle previsioni. Addirittura, si sono superate le annualità del 1982 e del 1992 che erano state le più propizie per il fisco italiano in termini di condoni. Ci pare proprio di capire che delle varie sanatorie messe in campo in questi anni solo quelle fiscali riscuotono successo. Quella edilizia pare proprio di no». Intanto il ministro Siniscalco, in un incontro con i giornalisti a Bruxelles ha ribadito che il condono edilizio non sarà prorogato. «Assolutamente no», ha detto Siniscalco, rispondendo ad una domanda. E ha anche aggiunto che sulle stime sul gettito da condono «siamo stati prudenziali». Inoltre ha ribadito che le misure «una tantum non sono le mie preferite». E alla domanda su come può essere sostituito il condono, Siniscalco ha risposto ipotizzando che sia possibile «sostituirlo con qualche misura strutturale». È invece convinto dell'inutilità di questa manovra l'assessore all'urbanistica del Comune di Roma Roberto Morassut. «Il condono edilizio premia gli abusivi e gli speculatori», spiega, e nemmeno garantisce un guadagno visto che «per dotare gli insediamenti abusivi dei necessari servizi primari e secondari il Campidoglio ha impegnato e dovrà impegnare risorse ingentissime, stimate ben oltre il doppio di quanto si stima di incassare dagli oneri accessori connessi con i condoni edilizi del 1985 e del 1995 (circa 510 milioni di euro)». Inoltre, mentre si consuma «un inganno per i cittadini onesti, la Finanziaria del governo Berlusconi taglia ancora una volta i trasferimenti agli enti locali e quelli per Roma Capitale». In una nota l'esponente diessino ricorda che i condoni edilizi del 1985 e del 1994 hanno riguardato oltre 500 mila abusi, per una superficie complessiva di quasi 60 milioni di metri quadrati. Quelli più gravi, «un vero e proprio consumo di suolo» con «produzione di nuove cubature e nuovi insediamenti urbanistici», ammontano a 27 milioni di metri cubi, vale a dire «100 milioni di metri cubi, un settimo della città costruita».

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