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Fine del peone, incarichi a tutti. Fi ha il capo della bioetica, i Ds il responsabile della luna

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Non c'è più il deputato che non conta niente, galoppino del capocorrente, obbediente e delegato a eseguire gli ordini. Non esiste più il senatore chiamato in aula solo per votare come dice il leader, a battere le mani quando parla il capogruppo, a fare da clac quando è necessario, a ridere quando il potente di turno fa una battuta che non fa ridere. No, non esiste più il signor nessuno. Berlusconi è riuscito a cambiare anche questa figura della vecchia politica, cancellando uno dei simboli della prima repubblica. A tutti ha dato un titolo, una carica, un fregio. Ha promosso tutti a qualcosa. Non c'è che dire, anche gli altri partiti hanno fatto lo stesso. An, per esempio, per non scontentare nessuno ha deciso di istituire un ufficio per la questione meridionale e uno per la questione settentrionale. Per non parlare dei Ds che hanno il portavoce del segretario, il capo dell'ufficio stampa, il responsabile della comunicazione, il capo del progetto comunicazione e finanche il responsabile del raccordo tra comunicazione del partito e dei gruppi parlamentari. Non è stato ancora nominato il titolare della delega ai piccioni viaggiatori, ma arriverà, statene certi. Non si può dimenticare la Margherita che ha strutturato il suo ufficio per il Sud con il responsabile Settore Patti territoriali nel Mezzogiorno e il responsabile Settore Rapporti con gli Amministratori locali del Mezzogiorno. Oppure il dipartimento riforme istituzionali che ha al suo interno il settore affari costituzionali. Diciamocela tutta, a guardare gli organigrammi dei partiti sembra ci si trovi davanti a strutture davvero serie. Anche questo è merito di Berlusconi che pure era sceso in campo vantando una struttura snella, leggera, il partito light, senza tanti dipendenti e senza troppi fronzoli. Ma zitto zitto, al silenzioso colpo di una nomina al giorno che non fa tanto notizia, ieri ha piazzato Manuela Di Centa, olimpionica di sci di fondo e prima donna italiana a salire sull'Everest, a responsabile nazionale dello Sport di Forza Italia, e Sabatino Aracu alla presidenza della Consulta dello Sport del partito. Così, tanto per non far dispiacere nessuno. Un altro «critico» come Alfredo Biondi è stato fagocitato, inglobato ed è diventato presidente del consiglio nazionale del partito, ringraziando per tanto onore. Nuovi incarichi che si aggiungono al mastodontico organigramma di Forza Italia. Nel quale figura anche il responsabile della Bioetica (Domenico Di Virgilio), quello del Farmaceutico (Fabio Minoli Rota), il titolare dell'Ufficio dei diritti degli animali (Spicacci). E ancora, l'area tematica esteri (responsabile Dario Rivolta) che sovrintende agli uffici Allargamento ad Est (Guido Podestà), Commercio estero (Giampaolo Bettamio), e Rapporti con i Pp Europei (Claudio Azzolini). Per An si può parlare invece di «carica dei 101», visto che sono tanti i nuovi posti disegnati nell'organigramma approvato appena sabato scorso e che ha provocato le dimissioni di Gennaro Malgieri escluso dall'esecutivo nazionale (composto da 36 persone: ma, insomma, perché escludere il direttore del Secolo?). In compenso c'è dipartimento politica estera guidato da Marco Zacchera che coordina Cristiana Muscardini (a sua volta coordinatrice delle Politiche Comunitarie) e Francesco Amoruso (coordinatore invece degli Uffici Internazionali). La consulta etico-religiosa ha invece un presidente (Riccardo Pedrizzi) e un presidente onorario (Gustavo Selva). E visto che tutti hanno diritto a un titoluccio e in ogni luogo, ecco spuntare l'osservatorio Mezzogiorno (presidente Giampiero Cannella) e l'osservatorio per la Questione settentrionale (presidente Giuseppe Valditara). La «nominite acuta», recente malattia della politica, ha colpito tutti. A destra e a sinistra. I Ds per esempio, hanno scelto di volare alto. Ma proprio alto alto. E così si sono fatti il responsabile di Aerospazio, Aeronautica e Difesa, Spazio e Tc Satellitare, Ricerca e tecnologie avanzate che è Gio

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