Tremonti torna per rilanciare Forza Italia
Nascono le «camicie azzurre», mille giovani che aiuteranno i candidati nella campagna elettorale
Berlusconi ieri pomeriggio, appena finito il consiglio dei ministri ha incontrato i due coordinatori Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, l'ex ministro Giulio Tremonti e Claudio Scajola. E subito dopo invece si è incontrato con i coordinatori regionali di Forza Italia. Ma è dal primo vertice che sono uscite le novità più importanti per il partito, poi annunciate alla fine della seduta con i coordinatori. Tremonti sarà il vicepresidente di Forza Italia e «uomo tv» per i prossimi mesi. Andrà nei «salotti televisivi» per spiegare e difendere il taglio delle tasse e le prossime decisioni del governo in materia di politica economica. Claudio Scajola invece diventerà nuovo presidente del comitato di presidenza del partito. La scelta dei candidati nei vari collegi elettorali passerà al vaglio del Cavaliere, dell'Ufficio di presidenza allargato con Tremonti, Scajola e Dell'Utri, in collaborazione con i coordinatori regionali. Il presidente del Consiglio ha anche parlato della nuova struttura elettorale che sarà coordinata da Marcello Dell'Utri e Sandro Bondi, che vede il coinvolgimento di mille giovani, due per ogni collegio, con il compito di aiutare i candidati azzurri nella campagna elettorale. Si tratta della cosiddetta spedizione dei mille, che vedrà protagoniste le nuove leve del partito, ribattezzate «camicie azzurre», sulla falsariga dei comitati elettorali di George Bush, utilizzate nelle ultime elezioni presidenziali. Questa struttura, basata sui giovani, sarà pronta per il 2006, ma spetterà ai coordinatori regionali fare subito le selezioni. E sarebbero una settantina i giovani già pronti ad attivarsi e che, come gli altri, saranno remunerati per la loro attività. «Dobbiamo fare come ha fatto George Bush, seguire il suo modello per vincere le elezioni del 2006» ha spiegato Berlusconi ai coordinatori. Dunque «largo ai giovani», come dice il capogruppo di FI all'europarlamento Antonio Tajani. «Saranno attivisti sul territorio, dovranno mobilitare l'elettorato» osserva il coordinatore campano, Antonio Martuscello. Restano invece tutti al loro posto i coordinatori regionali. Almeno fino alle prossime regionali di aprile. Nelle scorse settimane il partito aveva preso in considerazione la possibilità di cambiare i coordinatori regionali che avessero anche incarichi istituzionali o di governo, nonché quelli che stanno ricoprendo questo ruolo da più di tre anni. Ieri invece è arrivata la conferma per tutti fino alla tornata di aprile: «Poi si vedrà», ha concluso Berlusconi. Ma il premier, nelle riunioni, avrebbe anche ribadito il suo no secco alle cosiddette liste dei governatori. Il Cavaliere si sarebbe così espresso con i dirigenti azzurri: «Se i nostri governatori vogliono fare una propria lista, correranno da soli. A costo di perdere, non li seguiremo». Il presidente del Consiglio avrebbe quindi ribadito la necessità di presentare alle Regionali «liste aperte e competitive al massimo» con candidati vincenti, riservandosi di dire l'ultima parola. Guai, avrebbe sottolineato, se le liste venissero chiuse in fretta e furia e per garantire la rielezione dei consiglieri uscenti candidassero dei Carneadi.