RIMPASTO & POLTRONE
In attesa di essere nominato vicepremier, solerti funzionari della Presidenza del Consiglio, infatti, si stanno preoccupando di trovare per lui più che una poltrona almeno una stanza. Il leader dell'Udc dovrebbe essere infatti sistemato al terzo piano di Palazzo Chigi, dove attualmente si trovano appunto gli uffici di Gianfranco Fini. Il gabinetto dell'attuale vicepremier verrebbe ridotto, almeno dal punto di vista dei metri quadrati, visto che il leader di An trascorrerà la maggior parte del suo tempo alla Farnesina. Fini, però, non cede: non intende farsi chiudere in un angolo del Palazzo e resiste. Così, alla presidenza del Consiglio, si sta studiando una seconda soluzione che prevede di ridurre le camere a disposizione dell'ufficio diplomatico guidato da Gianni Castellaneta. Ma le lamentele delle feluche sono già arrivate al sottosegretario Gianni Letta, l'uomo delle missioni impossibili (che in qualche caso assomigliano a banali beghe condominiali). La soluzione non si trova. E allora, visto che al leader di An non si può chiedere di rinunciare a un ufficio, al consigliere diplomatico neppure, meglio chiedere a qualcuno che non potrà dire di no al segretario dell'Udc. Chi? A un «sottoposto» nello stesso partito, Carlo Giovanardi. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento potrebbe dunque traslocare nella vicina Galleria Colonna, dove appunto ci sono nuovi locali della Presidenza. Si vedrà. Una volta risolto il problema logistico tutto dovrebbe essere più facile per il rimpasto. Almeno così sembra. Per i ritocchi di governo l'intenzione di Berlusconi sarebbe di attendere il ritorno di Ciampi dalla Cina (il viaggio comincia domani e finisce l'8). Anche se, considerata l'imprevedibilità del Cavaliere, non si possono escludere accelerazioni improvvise. La trattativa tra i partiti si è arenata nelle ultime ore. Follini, come ha spiegato più volte, è disponibile ad entrare nel governo, ma ha precisato che il vicepremier è anche il capo di una delegazione. Quella dell'Udc sarebbe composta da lui e da due ministri, proprio Giovanardi e Buttiglione, i quali hanno due deleghe (Rapporti con il Parlamento e Politiche Comunitarie) di diretta dipendenza dal presidente del Consiglio. Pertanto, chiede una terza delega. Gli è stata offerta la Funzione Pubblica, ma anche questa dipende dal premier. Il quale, allora, si è dichiarato pronto a rafforzarla trasformando il dipartimento di Palazzo Vidoni in «ministero per la Ristrutturazione dello Stato», da affidare a Mario Baccini, con poteri anche di gestione del patrimonio pubblico. Ma per far tutto ciò, occorre un decreto ad hoc e quindi i tempi si allungano. Berlusconi vorrebbe procedere con la nomina di Follini subito, magari con qualche sottosegretario, e in un secondo momento fare quella di Baccini. Ma dall'Udc hanno risposto picche. Come vice dei ministri potrebbero entrare due leghisti, Gobbo e Cotta, al posto dei dimissionari Giorgetti e Stefani, rispettivamente, alle Infrastrutture e alle Attività produttive (in gioco ci sarebbe anche la casella degli Esteri lasciata eventualmente libera da Baccini). Per An potrebbe entrare Silvano Moffa, per Forza Italia è tutto nelle mani del Cavaliere. Restano in pole position Adornato e Nitto Palma. F. D. O.