Confindustria si spacca sul fisco
Chissà se il presidente Luca di Montezemolo, partendo lancia in resta contro la politica fiscale del governo, si è chiesto per un attimo se la sua posizione rispecchiava in pieno quella di tutta la Confindustria. Ebbene, se non se lo è chiesto, ieri la risposta gli è arrivata comunque da uno dei big dell'associazione industriale, il presidente della Telecom Marco Tronchetti Provera che è anche uno dei vicepresidenti dell'associazione industriale. Senza farsi tanti problemi per essere in palese contrasto con Montezemolo, Tronchetti Provera ha detto chiaro e tondo che la riduzione delle tasse è «un fatto positivo anche se ci si aspettava di più». Il che non toglie, ha aggiunto, che «continueremo a fare pressione perchè ci sia attenzione per il sistema delle imprese al recupero della produttività e all'aumento della crescita». Tronchetti ha quindi riconosciuto che «le risorse sono scarse» ma ciò non toglie che continuerà il pressing delle imprese. Il vicepresidente della Confindustria ha spiegato che «il calo delle tasse è un fatto positivo se è parte di un progetto per ridurre la presenza dello Stato». Poi si è augurato che «a questo segnale ne seguano altri, altrimenti non si risolve nulla». Come dire che il governo sta andando nella giusta direzione. Tronchetti ha quindi detto che «con il tempo, questo cuneo fiscale va ridotto per ridare competitività alle imprese». La differenza con la posizione espressa da Montezemolo nei giorni scorsi è lampante. Ma la voce di Tronchetti non è l'unica a favore del taglio delle tasse. Anche il presidente della piccola e media impresa di Confindustria, Sandro Salmoiraghi, riconosce che «la strada è quella giusta ed è un segnale positivo» e addirittura parla di «cambiamento epocale» di un «segnale di inversione di tendenza». Anche lui come Tronchetti ammette che «si poteva fare di più, ma tutto è perfettibile». Ora, dice, attendiamo il varo del piano sulla competitività che ieri è stato presentato dal ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano in Confindustria. Il collegato alla Finanziaria sulla competitività è infatti diventato un piano autonomo che dopo il via libera del Consiglio dei ministri, sarà trasmesso alle Camere. Sulla stessa linea di Tronchetti Provera anche il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Anna Maria Artoni. «La Finanziaria contiene una serie di segnali positivi. Vanno bene la riduzione della pressione fiscale, gli investimenti nella ricerca e nel sud, ma temo non siano sufficienti a far ripartire il sistema Italia. Occorre fare di più, a cominciare dal rilancio degli investimenti delle imprese italiane. Se oggi stimoliamo i consumi, attraverso la riduzione delle tasse - sostiene la Artoni - senza però dare impulso agli investimenti delle nostre imprese, rischiamo soltanto di fare un regalo alle aziende estere che esportano in Italia». Il presidente di Assolombarda, Michele Perini, parla di «segnale importante anche se le risorse disponibili sono poche». E aggiunge: lo smantellamento dell'Irap, un'imposta voluta da Visco e odiata da tutti, era tra le promesse del Governo. Speriamo che al primo colpo di piccone ne seguano altri». Quanto allo sciopero «scendere in piazza contro il taglio delle tasse è al di fuori di ogni logica. È chiaro che è stata solo un'operazione politica». C'è quindi tutto un fronte, all'interno della Confindustria, che mostra di non condividere la linea fortemente polemica di Montezemolo contro Berlusconi. Serpeggia anche il sospetto che dietro questa posizione si nascondano giochi di potere che puntano a logorare il governo. E alcuni industriali cominciano a temere un acuirsi dello scontro con Palazzo Chigi. Il problema c'è, è reale, tant'è che Montezemolo su questo tema, chiamato in causa da Giuliano Ferrara sul Foglio, ha scritto una lettera nella quale, ha voluto chiarire il suo rapporto con la politica e il ruolo di Confindustria. «Non s