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«Non ce l'avevo con gli alleati»

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Se avete risposto «Silvio Berlusconi», bravi: avete ragione. Ma se avete risposto «domenica scorsa» avete sbagliato. Infatti, le parole pronunciate dal premier due giorni fa furono dette esattamente identiche ben cinque anni fa, nel 1999: anche allora, infatti, le Europee si svolsero il 13 giugno come quest'anno. E anche allora, come stavolta, l'appello di Berlusconi fece arrabbiare gli alleati. Cosa disse il Cavaliere? Era il 31 maggio del '99: «La legge - spiega - è tale che si sono presentate circa 20 liste. Ecco perché è importante non dare il voto a quelle che non fanno parte dei due grandi schieramenti. I parlamentari europei che verranno eletti in quelle altre liste non sono né zuppa, né panbagnato. Né nel gruppo della sinistra, né in quello dei Popolari. Col risultato che sarà meno forte la sinistra italiana nel Pse e meno forte la squadra di Fi nel Partito popolare. Il che significa far contare meno l'Italia». E anche allora la polemica fu identica a quella di oggi. Protestò il radicale Taradash (candidato con An): «Grave l'invito di Berlusconi». E La Malfa: «I liberali gli si rivolteranno contro». Casini (allora leader del Ccd) chiese: «Evitiamo polemiche, manteniamo l'unità». E Fini alzò la voce: «Chiarisca». Berlusconi diramò una nota per spiegare esattamente quello che sta spiegando anche oggi: «Non posso che ripetere che cado dalle nuvole. Come può qualcuno pensare che io volessi attaccare il principale alleato di Forza Italia? Il mio era ed è solo un invito a non disperdere voti di centro e di sinistra tra le forze minori, visto il proliferare di tante piccole liste». Poi prese il 25%. F. D. O.

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