IL GOVERNO italiano, che «non è stato in grado di governare la dinamica dei prezzi», «la smetta di scaricare ...
«Come noto, problemi sui prezzi in seguito all'introduzione dell'euro, si sono verificati solo in due paesi, uno dei quali è l'Italia che non ha fatto o non ha voluto fare i necessari controlli», ha detto il portavoce aggiunto della Commissione europea, Marco Vignudelli. «Quindi, se per scelta o per incapacità questo paese non è stato in grado di dominare la dinamica dei prezzi, la smetta di scaricare responsabilità altrove», ha proseguito. «Si presume che un paese membro dell'Eurogruppo e dell'Ecofin (il Consiglio dei 25 ministri delle finanze dell'Ue), certe cose già le sappia; ma visto che i suoi esponenti dimostrano di ignorarle riteniamo nostro dovere ricordargliele», ha continuato Vignudelli, forse riferendosi anche a Tremonti che ad Assago ha ancora una volta criticato Prodi. Il portavoce elenca il fatto che «la politica monetaria è fatta dalla Banca centrale» e che «non esiste un'autorità economica comune» poiché tale ruolo «è esercitato principalmente (ma non esclusivamente) dall'Ecofin». «In ogni caso - prosegue il portavoce di Prodi - sono i ministri che decidono le strategie e, a quanto ci risulta, lo hanno fatto in pieno accordo». Perciò, sostiene Vignudelli, «cercare di imputare alla Commissione europea mancanze nel campo della determinazione della politica economica e di sviluppo è falso e improprio». Vignudelli sottolinea poi che furono i ministri europei delle finanze a «non accettare la proposta di flessibilizzazione del Patto di stabilità avanzata dalla Commissione» e che «furono i paesi membri, compreso il voto italiano, a volerlo mantenere esattamente com'era». Per quanto riguarda una serie di normative comunitarie «populisticamente criticate», ha proseguito Vignudelli, «si fa presente, a chi evidentemente se ne è dimenticato, che la maggior parte di esse sono il risultato di un processo legislativo» che coinvolge l'Europarlamento e i governi europei, «Italia compresa». Relativamente, infine, al «passaporto per i furetti» ironicamente citato da Tremonti fra i regolamenti introdotti da Bruxelles, il portavoce di Prodi ha detto che «l'Italia ha pienamente contribuito a questa iniziativa che evidentemente le interessava, anche se qualcuno sembra ora ignorarlo».