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dall'inviato ASSAGO (MILANO) — Non è il congresso delle emozioni, ma il congresso dei risultati.

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C'è il trionfo senza trionfalismo. È insomma un congresso diverso dal solito quello di Forza Italia che si concluderà oggi. Spiega Ferdinando Adornato, presidente della commissione Cultura della Camera, l'ideologo degli azzurri: «È la prima volta che nel nostro Paese un governo si presenta con un consuntivo. E sulla base di questo dice: "Se vi piace quello che stiamo facendo, votateci". È chiaro che per l'elettorato è un'assoluta novità, Berlusconi è riuscito ad introdurre una nuova moralità nella vita politica: nemmeno noi siamo in grado di dire come reagiranno gli italiani. L'importante, però è averlo fatto». Adornato non si scompone di fronte all'obiezione che l'«esperimento» potrebbe costare qualche voto: «Abbiamo ancora due anni per spiegare il nostro lavoro. Le Europee? Sono un passaggio, quello che conta sono le Politiche del 2006. Ora, se il dato vero è che in Italia si sono fatte quattro grandi riforme in tre anni, è evidente che l'elettorato deve avere un po' di tempo per comprendere che questo esecutivo ne ha fatte cinque in appena tre di anni». L'altra sera s'è vista la gente andare via mentre Berlusconi parlava. E ieri pochi applausi. Le mani cominciano a battere quando partono gli attacchi alla sinistra. Quando Prodi viene definito in sostanza «incompetente e bugiardo» (Tremonti), quando viene proiettato sul maxischermo un filmato sulla sicurezza che ricorda l'Italia di D'Alema, delle rapine, degli sbarchi degli immigrati. Quando ancora a Prodi (sempre da Tremonti) viene ricordato che nel settembre del '99 «aveva giurato che come presidente della commissione Ue sarebbe rimasto imparziale». Quando si parla di Visco come inventore della «finanza creativa». O quando Beppe Pisanu sottolinea che «nell'antiamericanismo di oggi c'è tanto nazifascismo e tanto comunismo di ieri e di oggi». O quando sale sul palco Letizia Moratti, il simbolo - per gli azzurri - dell'aggressione della sinistra ai danni del governo Berlusconi. Il pubblico berlusconiano, insomma, si scalda poco quando vengono elencati i risultati raggiunti, si accede quando si tratta di cantarne quattro all'opposizione. Anche se i posti occupati restano pochi. Sarà il congresso delle sedie vuote? S'arrabbia Paolo Romani, presidente della commissione Telecomunicazioni della Camera e coordinatore di Forza Italia in Lombardia: «Macché, il 99% dei delegati sono in giro per la campagna elettorale. Anzi, il vero dato è che ci sono tanti in sala, significa che tanta è la passione». «Speriamo, io ne vedo ancora troppo pochi nelle piazze e nelle strade a far propaganda», sentenzia Emiddio Novi, presidente della commissione Ambiente del Senato. Ma aggiunge Romani: «Noi non abbiamo tempo da perdere e dilaniarci in guerre tra correnti e utilizziamo il congresso per comunicare i risultati ottenuti: stiamo correndo un rischio - possiamo non essere capiti - ma dovevamo farlo, questa è la vera novità di Berlusconi. Il nostro problema è che non abbiamo strumenti di comunicazione, con la par condicio è vietato usare la tv. Ecco, lo vede laggiù quel cartellone - e guarda fuori dal Forum -? Vede che c'è scritto? Io no, vedo solo la faccia di Berlusconi. Purtroppo è l'unico mezzo che abbiamo, i manifesti». F.D.O.

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