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Berlusconi-show recita Saba e sogna le Bermuda

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«Nella mia villa sull'oceano posso guardare le nuvole. Qui combatto con la stampa amica della sinistra»

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È finita così, con Berlusconi sul palco del Forum di Assago a declamare versi di Umberto Saba. È finita con uno show la seconda giornata del congresso di Forza Italia. È un Berlusconi che si lascia andare in un crescendo lirico. Dice: «Una delle cose che mi piacerebbe fare è tornare alle Bermuda, sull'Atlantico. Lì, nella mia villa, ho una piscina circolare. Basta stare stesi a guardare al cielo e si vedono le nuvole dell'oceano che si compongono "come nubi fanno e si disfano nel chiaro cielo". E qui il premier domanda alla platea, qualche decina di aficionados rimasti solo per lui. E parte la domanda: di chi sono quei versi. Nessuno risponde, qualcuno grida: «Silvio, scusaci. Siamo stanchi». E lui ride. E come se ride: «Ho trovato questi versi in una biblioteca di Trieste qualche tempo fa. Li ho riconosciuti, li avevo imparati a memoria. Li volete sentire?». E il pubblico: «Siiiii». E Berlusconi: «E va bene, ora vi faccio sentire. Sono versi di Umberto Saba: 'Oggi la mia bambina, con gli occhi azzurri e con il suo vestito color cielo mi ha detto: papà, voglio giocare a palla e io pensava, io so bene quali cose possono alla mia bambina assomigliare certo alla schiuma che sull'onde biancheggia, certo che alla scia che esce azzurra dai tetti e il vento sperde ed altre cose leggere e vaganti....». Poi si ferma e domanda ancora: «Bella no?». Va via. «Fate buona notte e bei sogni». Ma perché Berlusconi arriva a declamare versi nel bel mezzo del suo congresso? Succede appunto a tarda sera. Il premier è tornato al Forum sta ascoltando da oltre un'ora una valanga d'interventi. È uno spaccato d'Italia. C'è il sindaco di Gattinara, nel Vercellese, tal Mantovani che protesta: «Presidente, è vero che con la legge sul casco si salvano tante vite. Ma ci sono tanti vecchi che vengono da me e non riescono ad andarci più sul motorino, dicono che non sentono e non vedono nulla con quell'affare in testa. Si può fare qualcosa?». È c'è Andrea Errante che sentenzia: «Presidente, lei solo è riuscito a cacciare i sinistrossi, questi comunisti settari. Ci voleva la sensibilità un ricco miliardario come lei per aumentare le pensioni». Lui, il Cavaliere, ha una parola per tutti. S'emoziona quando un "profesionista di Reggio Emilia" racconta di essere diventato consigliere regionale e delle battaglie che conduce solitario. Poi avverte. «Guadagnavo molto di più prima che oggi, ma continuo lo stesso». Berlusconi prende la parola. Il suo è uno sfogo accorato. Uno sfogo del Grande comunicatore sulla difficoltà di comunicare: «È difficile portare la croce e cantare». Sottolinea: «Per l'opposzione è tutto più facile, non fa altro che parlare con i suoi amici giornalisti. Le ho provate tutte. Ho provato anche a fare dichiarazioni alle otto di sera, ma loro hanno gli amici giornalisti nei giornali e nelle tv che li chiamano e subito dopo mi trovo cinque, sei dichiarazioni della sinistra contro la mia. Sapete qual è il risultato? Che il giorno dopo sui giornali il mio pensiero è rovesciato. Riescono a speculare anche sui morti del week end. Ho eliminato le conferenze stampa dopo il Consiglio dei Ministri. Ma non serve a nulla». E continua: «Mi hanno riferito di di una dichiarazione del Consiglio d'Europa per il quale in Italia non c'è libertà di stampa. Ecco, riescono anche in questo. Non solo riescono ad annullare tutto quello che dico, ma con la menzogna dicono pure che in Italia non c'è libertà di stampa. Avete visto oggi? Quante belle cose hanno detto i ministri, con le cifre, i risultati del governo. E secondo voi che uscirà sui giornali? Guardateli, fateci caso». Berlusconi è un fiume in piena: «Vi ricordate la storia delle corna? Non le ho mai fatte, stavo dicendo a dei boy scout che si stavano fotografando e scherzavano tra di loro, che le corna non si fanno. Stavo mimando proprio che non si fa quel gesto, mi hanno fotografato in quell'istante e, per un effetto ottico, sembra che stavo facendo le corna alla minista spagnola, che è una cara

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