LA riforma del sistema previdenziale rischia di spostare solo in avanti la «gobba» della spesa portando ...
Così avverrebbe, secondo le previsioni sull'andamento della spesa nel caso di legislazione invariata e in quello del via libera alla riforma da parte del Parlamento, illustrate ieri dal presidente del Civ (Consiglio di indirizzo e vigilanza) dell'Inps, Franco Lotito che ha presentato il modello previsionale dell'Istituto per il periodo 2005-2050. La previsione dell'Istituto fatta sulla prima versione della delega di riforma del sistema (quella che consentiva dopo il 2008 l'uscita per la pensione di anzianità solo con almeno 40 anni di contributi) mostra che la «gobba» si sposta dal 2033 al 2036. Per le gestioni dei lavoratori dipendenti e autonomi (escluse quindi le gestioni speciali e l'assistenza) con la riforma si registrano benefici rispetto alla legislazione attuale tra il 2008 e il 2032. Dopo quella data con la riforma la curva della spesa è più alta (e rimane tale fino al 2050) di quella a legislazione invariata. Stesso andamento con la nuova versione della delega che è «alleggerita» rispetto alla prima (e consente di uscire dal lavoro anche con 60 anni di età e 35 di contributi). «Il modello che utilizziamo - ha detto Lotito - ci consente di vedere che c'è uno spostamento in avanti della cosiddetta gobba dal 2033 a 3-4 anni in avanti. Nei primi anni con la delega c'è un beneficio, diciamo nei primi dieci, perchè si ritarda l'uscita verso la pensione». Negli anni successivi - ha spiegato - la spesa aumenta perchè chi esce più tardi versa più contributi e ha diritto a un assegno più sostanzioso. Il picco della curva si ha intorno al 9,5% del Pil della spesa per pensioni di dipendenti e autonomi, a legislazione invariata intorno al 2032, con la delega nel 2035-36. Il modello previsionale dell'Istituto segnala un peggioramento del rapporto tra pensioni e assicurati per i lavoratori dipendenti ma soprattutto per commercianti e artigiani. Per i lavoratori dipendenti, a legislazione invariata, il rapporto pensioni assicurati passa da 81,4 (8,1 pensioni per ogni 100 assicurati) a 112,2 nel 2050. Per questa categoria il rapporto pensione media/retribuzione media scende tra il 2005 e il 2050 dal 53,8% al 39,4%. Per il fondo degli agricoltori il rapporto pensioni assicurati passa da 171,7 nel 2005 a 131,8 nel 2050 (la pensione rispetto al reddito passa dall' 84,8% al 71,9%). Per gli artigiani il rapporto tra pensioni e assicurati raddoppia tra il 2005 e il 2050 passando da 72,1 a 146,7 (peggiora anche il rapporto tra pensione media e reddito medio passando dal 44% al 21,5%). Negativo anche l'andamento del rapporto tra pensioni e assicurati per i commercianti con un rapporto che passa da 64,4 a 126,5 (il rapporto tra pensione e reddito medio passa dal 39,4% al 20,5%).