«È un ospite indesiderato, bloccheremo tutta Roma»
«Bush è un ospite indesiderato - dice Caruso -. Inoltre è inquietante la coincidenza elettorale della sua visita e la strumentalizzaione che si fa della sua presenza con un battage pubblicitario che fa a cazzotti con le immagini atroci dei morti e dei prigionieri iracheni. Sarebbe utile opportuno che Bush se ne stesse a casa. L'Italia ha già dimostrato che i torturatori non li desidera». Secondo Caruso «bisogna concentrarsi su due parole d'ordine: la fine dell'occupazione, e quindi il ritiro delle truppe occupanti, e "l'Iraq agli iracheni"». «Questo in base a un principo molto semplice - osserva il leader dei Disobbedienti - quello del diritto all'autogoverno. Da questo punto di vista le chiacchiere sulla futura guerra civile che il ritiro produrrebbe si sono già rivelate per quello che sono: chiacchiere e basta. La guerra civile c'è, ma è una guerra contro gli occupanti in cui tutte le etnie e le fedi religiose si sono coalizzate. Anche l'ipotesi dell'invio di truppe sotto il comando Onu non serve, è aria fritta: il punto non è cambiare il colore del casco degli occupanti ma riconoscere che gli iracheni sono in grado di darsi di governarsi da soli». «Siamo stufi sia della frammentazione della sinistra dei partiti sulle grandi questioni - continua Caruso - sia della sudditanza di certi partiti alla cultura della guerra. Dopo una mozione decente non facciano ora il passo del gambero andando ad accogliere Bush a braccia aperte. Comunque sia, credo che la forza propulsiva del movimento e delle moltitudini costringeranno la sinistra a rincorrerci un'altra volta». Caruso spiega che in occasione della visita di Bush a Roma «si manifesterà in modo radicale il nostro dissenso ma non credo che le azioni a cui daremo corpo potranno essere usate contro il movimento». «È ora di sperimentare forme di protesta più radicale - conclude Caruso -. La proposta dei disobbedienti di bloccare la città come segnale forte di protesta, dal blocco della produzione a quello della circolazione, sarà fatta in maniera diffusa e imprevedibile».