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Assunta Almirante: «Giorgio è sempre con noi»

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Io non mi sento vedova. Non sono sola. Ci siete tutti voi con me. E vi ringrazio tutti». Donna Assunta Almirante, tradisce poco l'emozione, com'è nel suo carattere, quando, sul palco, ricorda suo marito, fondatore e leader del Msi, a sedici anni dalla sua scomparsa, in occasione della serata di gala per il quarto Premio Almirante. Un premio andato a personaggi del mondo scientifico, della cultura, della musica, del teatro e del volontariato che si è svolto ieri sera al teatro Valle di Roma. Il grande assente è il vicepremier Gianfranco Fini, trattenuto all'ultimo momento da impegni governativi, ma il teatro è stracolmo di personaggi illustri. Paola Saluzzi vestita d'azzurro cielo, presenta la serata ed apre con la figlia di Almirante, Giuliana. In prima fila siedono, accanto a Donna Assunta in rosso cardinale, il ministro Mirko Tremaglia e il vicepresidente della Camera Alfredo Biondi. E poi il presidente della Regione Francesco Storace, il viceministro per l'Economia Mario Baldassarri, Don Santino Spartà, il sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli, il sottosegretario ai Beni Culturali Nicola Bono, il direttore delle Relazioni Esterne della Rai Guido Paglia, il capogruppo di An alla Camera Gianfranco Anedda e tanti personaggi dello spettacolo, da Giorgio Albertazzi a Lando Buzzanca, da Anna Falchi (con Stefano Ricucci) ai protagonisti di Incantesimo e Orgoglio, Lorenzo Ciompi e Vincenzo Bocciarelli. Su tutti, mentre l'orchestra suona «Il mio canto libero» di Lucio Battisti, gli occhi azzurro intenso di Giorgio Almirante che colpiscono il pubblico dal palcoscenico. Passano le immagini in bianco e nero di un suo comizio. «....Siete il popolo che non vuole perdere la sua identità...Le nostre non sono battaglie di poltrone ma di popolo, di gente che non vuole perdere l'identità...». E giù applausi. Sfilano i premiati: Raffaella Curiel, Nino Benvenuti, Marco Masini che duetta con Giorgio Albertazzi, come in uno show. C'è anche un esercito di crocerossine per il premio alla memoria di Luisa Monti, dottoressa morta giovane mentre curava i bambini iracheni. Francesco Storace è commosso: «Questo premio mi riempie d'orgoglio, perché nella nostra regione, adesso, cominciano a intitolare vie e piazze ad Almirante...». Canta Paul Young, un mito degli anni '70, anche lui premiato. E sfilano gli altri: Maria Antonietta Muccioli e Lando Buzzanca, che racconta con grande affetto Almirante: «Era un uomo saggio, amichevole e coinvolgente. Un grande uomo che spargeva parole come sementi... Un giorno a Sabaudia l'ho abbracciato d'impeto al ristorante». L'ultimo ricordo spetta a Roberto Gervaso, che fa anche una veloce battuta polemica: «Se oggi dovessi intervistare Almirante? Certo che saprei cosa chiedergli. Ma non so che cosa ne direbbe la Destra....». A spingerlo però è l'immensa ammirazione per l'uomo Almirante: «Non è stato solo un grande uomo, ma un uomo vero in mezzo a tanti omuncoli. Io sono nato a destra e a destra morirò, non sono mai stato un voltagabbana. E lo ripeto: sono nato a destra e morirò a destra, sulla tomba di Almirante... Più di così...».

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