Fini: «D'Alema avrà una delusione amara» Per il leader di An il governo arriverà a fine legislatura. Alemanno: Tremonti non può dirci sempre di no
Le repliche arrivano a raffica. Sicuro il vicepremier, Gianfranco Fini: «Questo è un governo che arriverà al termine della legislatura». Per il ministro del Welfare, Roberto Maroni, chi, come D'Alema, auspica o prevede la crisi di governo dopo le elezioni europee «ha le traveggole. Berlusconi rimarrà premier fino al 2006». Per il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, «prevedere che ci sia un automatismo fra risultato e stabilità è assolutamente ridicolo». Ma facciamo un passo indietro. L'altro ieri, a Milano, il presidente dei Ds ha affermato che alle europee potrebbe essere «la prima volta che il centrosinistra ottiene la maggioranza nel Paese, oltre il 51%». «Il merito - ha sottolineato D'Alema - è soprattutto di Berlusconi, ma il problema è che non deve essere solo un voto "contro", bensì un'alternativa di governo». Ieri da Paestum, dove si è svolta la Conferenza nazionale sull'agricoltura, Fini e Alemanno hanno fatto muro contro l'attacco. Il vicepresidente del Consiglio è sicuro: il governo «arriverà a fine legislatura», indipendentemente dall'esito delle elezioni europee. «Questo è un governo che arriverà al termine - ha detto Fini - perché il mandato che abbiamo ricevuto dagli elettori è questo e siamo abituati ad onorare gli impegni». Gli ha fato eco il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, per il quale la competizione elettorale del 12 e 13 giugno «darà un segnale politico molto importante che dovrà essere valutato dal governo, dalla maggioranza e dall'opposizione, ma pretendere che ci sia un automatismo tra risultato e stabilità di governo è assolutamente ridicolo». Nel suo intervento Alemanno ha colto l'occasione per replicare anche a Tremonti. A suo avviso, la riforma fiscale deve essere ispirata innanzitutto a criteri di tutela sociale, con speciale attenzione alle esigenze delle famiglie, che potranno essere avvantaggiate in particolare dall'introduzione del quoziente familiare. «Il quoziente familiare è sempre stato una nostra battaglia - ha dichiarato - ma siamo assolutamente d'accordo nell'introdurlo. Finora è sempre stato Tremonti a dirci di no, adesso speriamo che sia più disponibile». Il secondo punto - ha aggiunto - è la riduzione dell'Irap, che «deve essere aggredita e ridotta dal lato delle imposizioni sul lavoro». Anche il vicepremier ha toccato altri punti, assicurando innanzitutto che entro la fine della legislatura il governo ridurrà le tasse come promesso. «Confermo che, seppur non avendo ancora preso una decisione, non escludiamo di intervenire qualora si renda necessario con riduzioni delle accise sui carburanti, seppure in modo transitorio, come è stato fatto a suo tempo» ha aggiunto. Fini ha quindi detto che l'esecutivo, «sia per gli stanziamenti, sia per le politiche sociali che ha promosso, non può essere accusato di essere un governo a trazione nordista».