«L'Ulivo è contro l'interesse dell'Italia»

È gente che ieri in Parlamento si è sentita sconfitta. I nostri successi nelle missioni internazionali, mi riferisco agli incontri con Bush e con Kofi Annan, hanno gettato questi leader del centrosinistra nello sbando più completo e le loro dichiarazioni che ho sentito sono davvero assurde. Di più, sono contro l'interesse dell'Italia». È un Silvio Berlusconi che ci va giù pesante nel «segreto» del Consiglio dei ministri. Lo fa, il premier, dopo aver ricevuto un elogio «chiaro e inequivocabile», come lo definisce un ministro che chiede l'anonimato, del vicepremier Gianfranco Fini. Il leader di An lo ringrazia in apertura della riunione del Consiglio dei ministri per quanto detto in Parlamento giovedì. Berlusconi ringrazia, ripercorre le tappe di questi giorni e poi attacca a testa bassa. Dopo scatta l'applauso dei ministri presenti (un po' pochi per la verità, molti erano impegnati nella campagna elettorale). Il governo così unito non si vedeva - salvo rare eccezioni - da almeno un paio di anni. E dire che proprio alla vigilia del viaggio del premier negli Usa erano già diversi nella maggioranza (ma anche nel governo) perplessi sulla sua linea. «Ci ha fatto prendere la rivincita, ha ribaltato completamente la situazione e ci ha portati fuori dal guado - dice un esponente del governo - dopo due settimane in cui sull'Iraq la maggioranza era stata vittima di un attacco concentrico ed esasperante da parte del centrosinistra, che poi ha finito per restare spiazzato dalla sua stessa mozione "boomerang"». Ora il bersaglio della Cdl diventa il silenzio del Professore: Marco Follini ha girato il coltello nella piaga affermando di avere l'impressione che «quella di Prodi sia una leadership che si esercita con grandi sorrisi nei passaggi agevoli; quando invece i passaggi si complicano, quella leadership non si avverte». Sulla stessa linea il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi. «Già il Triciclo traballava e faticava con Zapatero a bordo - ha ironizzato il leghista Roberto Calderoli - ora con il rimorchio Bin Laden rischia la disintegrazione». Berlusconi incassa ma guarda avanti, alle riforme fatte e soprattutto alle riforme da fare. Egli stesso ammette: «In questo momento sono un po' occupato, sto facendo 24 differenti riforme per cambiare e ammodernare il Paese, ma appena avrò tempo sarò lietissimo di visitare il vostro Paese». L'attenzione si sposta sul taglio delle tasse anche se in Palazzo Chigi non c'è tempo per parlarne adesso. E il ministro del Welfare, il leghista Roberto Maroni torna a ribadire: «Già quest'anno contiamo di presentare interventi concreti a favore delle famiglie e, in particolare, sul fronte della riforma fiscale, puntiamo all'introduzione del quoziente familiare. Un metodo che tiene conto del numero dei componenti dei nuclei familiari per il calcolo del reddito imponibile e che quindi favorisce una maggior equità fiscale». Ma arriva una conferma: non ci saranno taglia alla scuola.