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- che cambi il regime giuridico della presenza delle truppe straniere in Iraq decretando la fine dell'occupazione; ...

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- che definisca il mandato della forza multinazionale a comando unificato, la sua durata e il suo rapporto con il governo interinale iracheno e con le forze di sicurezza e di difesa irachene; - che auspichi, in questo contesto, l'impegno di altri Paesi, in particolare di quelli islamici. 3) Dal 1° luglio trasferimento dei poteri al nuovo governo interinale. 4) Entro luglio entrata in funzione di una Commissione elettorale delle Nazioni Unite per dare assistenza al processo di formazione delle liste elettorali in vista delle votazioni da tenersi entro la fine di gennaio 2005. 5) Entro settembre costituzione di una Assemblea rappresentativa di tutte le componenti della società irachena. 6) Entro la fine dell'anno convocazione di una Conferenza internazionale che sostenga il processo di stabilizzazione democratica dell'Iraq coinvolgendo costruttivamente anche i Paesi della Regione. Su questi punti ho impegnato il ruolo dell'Italia. Dunque, tutta la comunità internazionale è oggi al lavoro per costruire le condizioni per una pace solida e duratura in Iraq, completando in tempi rapidi il processo di transizione alla democrazia, che è la condizione non eludibile per raggiungere la pacificazione. È comprensibile quindi che in questo scenario i nemici della democrazia e della pace scatenino tutta la loro potenza di fuoco nel tentativo di sabotare il processo avviato. Non siamo di fronte, come qualcuno sbagliando sostiene, alla rivolta del popolo irakeno nei confronti delle forze della coalizione. Siamo di fronte all'azione militare di piccole minoranze, siano esse sciite o sunnite, che cercano di imporre con la forza delle armi un loro dominio sul popolo irakeno. Siamo di fronte al tentativo del terrorismo internazionale di trasformare l'Iraq in un avamposto della guerra al mondo libero. Sono costoro i nemici della pace, della democrazia e della libertà del popolo irakeno che la comunità internazionale ha il dovere di disarmare al più presto, per poter assicurare all'Iraq la possibilità di scegliere liberamente, attraverso le elezioni, il proprio futuro. I nemici della pace sanno di avere i giorni contati. È per questo che, in questi giorni, l'offensiva della minoranza sciita che fa capo ad Al Sadr ha raggiunto il suo massimo livello di attacco militare nei confronti dei nostri soldati. È per questo che da minoranze sunnite viene l'appello a colpire l'Italia. È per questo che il terrorismo internazionale attacca i civili irakeni con attentati nei mercati. È per questo che bande armate di varia estrazione si accaniscono su cittadini stranieri. Tutti costoro sanno che, se il piano Brahimi si realizzerà, non potranno imporre all'Iraq una nuova tirannia. Il loro obiettivo è evidente. E' quello di impedire alla comunità internazionale di raggiungere una nuova e più solida compattezza intorno al progetto di pacificazione e di costruzione della democrazia in Iraq che si sta realizzando; di impedire la nascita del governo provvisorio irakeno. di impedire le libere elezioni; di instaurare con la violenza una nuova dittatura... Essi cercano una sponda politica anche in Italia... Sono personalmente incredulo di fronte alle parole che si levano in questi giorni dall'opposizione. Non riesco a comprendere come forze che non fanno mistero di volersi candidare al governo del nostro Paese non avvertano alcun senso di responsabilità delle loro azioni. Cosa significa chiedere il ritiro dei nostri soldati se non ci sarà una svolta entro oggi? Che cosa sarebbe dovuto accadere oggi? Che senso ha dare, da parte dell'opposizione italiana, un ultimatum all'Onu, fissare una scadenza che non ha nulla a che vedere con i tempi previsti dalla stessa Onu e dal piano Brahimi? Come è possibile che da parte dell'opposizione, che per tanto tempo ha invocato un più forte coinvolgimento dell'Onu, si proponga il ritiro dei nostri soldati, proprio ora che l'Onu diventa protagonista dell'azione di pacificazione in Iraq? Per questo resto incredulo alla l

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