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Il monito di Ruini: serve un cambiamento netto «L'inaspettata vulnerabilità del sistema finanziario messa in luce da casi come Parmalat o Alitalia»

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E questo si capisce sia dalla difficoltà delle coppie ad avere figli che dall'«inaspettata vulnerabilità del sistema imprenditoriale e finanziario». È stato questo il messaggio lanciato dal cardinale Camillo Ruini in apertura dei lavori della 53esima assemblea generale della Cei in Vaticano. Per il presidente dei vescovi italiani persiste in Italia, forse anche per l'avvicinarsi della «scadenza elettorale», una situazione di «conflittualità» tra le diverse aree politiche e anche all'interno di queste, e «contrasti e tensioni condizionano buona parte della vita sociale e dei rapporti istituzionali». All'interno di questa conflittualità risaltano una «situazione economica» che «rimane incerta» e una debolezza della «coscienza collettiva» per quanto riguarda l'apertura alla vita e al futuro. Questo quadro prefigura un rischio di «declino» del Paese. Casi come quello Parmalat - seppure in via di soluzione almeno per quanto riguarda il versante italiano - o la crisi del polo petrolchimico in Sicilia o il «percorso di risanamento per l'Alitalia, che però è ancora tutto da percorrere» o la «frequenza e la durezza degli scioperi nei servizi pubblici» o il «campanello d'allarme» della vertenza alla Fiat di Melfi per il cardinale Ruini hanno «messo in luce un'inaspettata vulnerabilità del nostro sistema imprenditoriale e finanziario, con evidenti connessioni internazionali e con gravi implicazioni di ordine morale». E hanno messo in luce anche «le preoccupazioni concrete e quotidiane di tante famiglie per gli aumenti verificatisi nel costo della vita sia in una scarsa capacità di prevenire e mediare i contrasti». Resta inoltre «sempre più avvertita la necessità di un rilancio del nostro sistema-paese, puntando in particolare sulla ricerca e sull'innovazione per fermare e possibilmente invertire la tendenza al declino». E anche se «grazie anche ad autorevoli prese di posizione, come quella del presidente della Repubblica», sta «facendosi strada nella coscienza collettiva l'idea che senza figli non c'è futuro», per il presidente della Cei ancora c'è molto da fare in questo settore. Occorre una «politica favore della famiglia», collegata al «carico fiscale», occorrono nidi e scuole materne anche nei luoghi di lavoro e nei condomini, e occorre un «approccio al lavoro femminile» che lo concili con la «vocazione essenziale della donna alla maternità». «Operare per il rilancio demografico dell'Italia - sottolinea Ruini - significa anche far crescere quegli atteggiamenti di fiducia, voglia di futuro, di responsabilità e di capacità di iniziativa che sono forse, oggi, il più fondamentale bisogno del nostro popolo». Riorientare la cultura verso il futuro e la apertura ai figli, osserva il cardinale, «esige un impegno concorde e prolungato nel tempo, al di là degli interessi contingenti e di ogni divisione politica», «occorre un cambiamento profondo della cultura e della mentalità dominante, troppo avvezza a collocare i diritti individuali sempre al di sopra delle esigenze della famiglia e della collettività».

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