Va in aula alla Camera la riforma della giustizia

L'Anm è contraria e sabato 22, tre giorni prima dello sciopero di martedì 25 maggio (il primo dei 3 giorni proclamati, la 13esima protesta negli ultimi 30 anni), chiama a raccolta i magistrati per una assemblea nazionale, nell'Aula Magna della Cassazione. Ecco alcune fra le maggiori novità della riforma. Pm o giudice, strade diverse - Due anni di uditorato e tre in servizio: dopo cinque anni il magistrato sceglie, se fare il pm o il giudice. Un esame orale e un corso di formazione presso la Scuola della magistratura saranno necessari per cambiare funzione, e si dovrà cambiare distretto giudiziario. Basta doppi incarichi - I magistrati non potranno più assumere impieghi pubblici o privati, né esercitare commerci o libere professioni. Scuola magistratura - Una Scuola della magistratura farà formazione e aggiornamento, validi anche per la carriera. I giudizi saranno affidati a 4 magistrati, un avvocato, un membro nominato dal ministero. Carriere più veloci con esame - Per la carriera conteranno i titoli acquisiti, ma per accelerare i tempi si potrà sostenere un esame, obbligatorio per diventare consigliere di Cassazione senza passare per la funzione di magistrato d'appello. Vertici uffici - Gli incarichi di vertice degli uffici giudiziari non potranno essere assegnati a magistrati che non garantiscano almeno quattro anni di permanenza prima di andare in pensione. Occorre poi aver frequentato, «con giudizio favorevole», un corso di formazione presso la Scuola della magistratura e aver avuto una valutazione positiva nel concorso per titoli. Ministro potrà contestare nomine - Il ministro della Giustizia potrà ricorrere contro una scelta fatta dal Csm contro il suo parere. Stop incarichi direttivi a vita - Gli incarichi direttivi non potranno durare più di 4 anni. Potranno essere rinnovati, su domanda, al massimo per altri due. Limiti al fuori ruolo - Durerà non più di 10 anni il collocamento fuori ruolo delle toghe che andranno a lavorare al ministero, non più di % per tutti gli altri casi. Oltre alcuni tetti stabiliti, il magistrato non potrà aspirare ai massimi livelli di retribuzione. Procuratore «forte» - Il capo della Procura stabilisce i criteri di organizzazione dell'ufficio e di assegnazione dei procedimenti agli aggiunti o ai sostituti. In caso di divergenze o inosservanze dei criteri, potrà revocare l'assegnazione e dovrà segnalare al Consiglio giudiziario i comportamenti dei magistrati che non seguono le sue disposizioni. No iscrizioni a centri politici - I magistrati non possono iscriversi a partiti politici né possono essere coinvolti «nelle attività di centri politici o affaristici che ne possano condizionare l'esercizio delle funzioni o appannare l'immagine». Cautela con la stampa - Saranno illecito disciplinare le interviste sui processi e l'intervento perché sia pubblicare una notizia sul proprio ufficio. Monitoraggio attività - Verrà istituito un ufficio che avrà il compito di verificare eventuali ritardi e carenze, ma anche i casi di eccessi nell'annullamento di sentenze emesse. 72 anni per la pensione - Torna il tetto dei 72 anni (un anno fa alzato a 75) per appendere la toga al chiodo.