Tasse in base al numero e all'età dei figli
Intervenuto in convegno del Forum delle associazioni familiari in occasione della giornata internazionale della famiglia, il ministro del Welfare ha sostenuto che questa misura «va inserita nella prossima riforma fiscale», poiché «questo è il compito del governo e spero che ci sia il sostegno del sindacato e dell'opinione pubblica». Per il ministro l'introduzione del quoziente e del reddito familiare «non è una chimera o un'utopia, tant'è vero che diversi Paesi europei (come la Francia) ce l'hanno già» e sarebbe «un modo semplice ed efficace» di sostegno alla famiglia». «Tuttavia - ha sottolineato Maroni - non tutti nel governo e nella maggioranza sono d'accordo su questa misura così come la sosteniamo noi». A suo avviso, c'è bisogno di ulteriori confronti anche perché, ha spiegato il ministro, «qualcuno ritiene che il quoziente familiare non funzionerebbe con l'introduzione delle due aliquote». Questione che per Maroni non si pone perché il quoziente familiare funzionerebbe, ampliando la cosiddetta «no tax area», ossia quella parte di reddito esentasse. La ricetta Maroni piace anche a Fini, all'Udc e al Vaticano: «An - ha affermato il vicepremier - condivide in pieno questa proposta, che fa parte del programma con cui abbiamo vinto le elezioni». Anche Buttiglione ha sottolineato la necessità di una maggiore «giustizia fiscale per le famiglie». Un appoggio importante è arrivato dal cardinal Ruini: «È importante una ripartizione del carico fiscale che tenga conto del numero dei figli» ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, definendo «essenziale» l'introduzione nella riforma del quoziente familiare. Intanto, l'intesa sul fisco è ancora lontana, almeno in vista del voto europeo di giugno. Le distanze tra le forze della Casa delle Libertà restano e, dopo l'altolà di Gianfranco Fini al piano Berlusconi-Tremonti, è arrivato anche quello di Roberto Maroni e della Lega: «Mi pare difficile che nella maggioranza si possa trovare un accordo sul fisco prima delle prossime elezioni europee» ha detto il ministro del Welfare. Anche per l'Udc non c'è fretta: «Prima o dopo il voto - ha detto Rocco Buttiglione - l'importante è fare bene la riforma, fuori da calcoli elettorali». Anche i sindacati frenano, convinti che nell'attuale fase economica non cui siano le condizioni per una riduzione delle tasse, soprattutto se generalizzata. Cgil, Cisl e Uil hanno ieri ribadito la loro perplessità sul progetto di calo delle tasse annunciato dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, considerandolo più che altro una mossa elettoraleNon ci sono le condizioni per una riduzione generalizzata della pressione fiscale.