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Montesano: «Qui c'è la vera anima sociale»

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Enrico Montesano si mette in un angolo del Palacongressi, con gli occhialoni da sole specchiati. Scherza e ride, ma avverte: «Sono qui da spettatore, sono venuto per due amici: Cesare Cursi e Gianfranco Fini. Sono stati così carini con me allo stadio, eravamo a vedere la Lazio... Mi hanno invitato e sono venuto». Non a caso, quello di Montesano è un dribling: «La politica? No, basta. Ho chiuso. Ho già dato, ho fatto la mia esperienza (di eurodeputato per i Ds, ndr)». Poi però, il famoso attore romano, si lascia andare: «Sa qual è il nostro problema? Siamo viscerali, ragioniamo con le budella. Io dico che solo due cose non si possono cambiare: la donna e la squadra di calcio. Il resto si può discutere. Insomma, la politica non è una fede, non possiamo fare di tutto una questione religiosa. Guardiamo alle idee, ai fatti, alle cose concrete». Montesano è un fiume in piena: «Ha ragione Antonio Gambino, nel suo "Inventario italiano" ci descrive perfettamente: racconta perfettamente il nostro popolo». Poi si ferma: «Si può dire popolo? O è troppo di sinistra? Qui a destra si dice la gente. Anzi, la ggente». E riprende: «Gambino spiega che siamo fratricidi più che parricidi, ammazziamo i nostri fratelli non i nostri padri. Ecco, siamo così, ci ammazziamo l'un l'altro invece di andare assieme. È un assurdo. Io sono un attore e forse è giusto che non mi schieri. Ma l'Italia sarà più giusta se si potrà dire che una parte politica ha fatto una cosa buona senza che quella opposta s'offenda». Solo alla fine l'attore capitola e confessa di fronte a un innegabile bivio: se stava a sinistra e oggi va a una convetion di destra un motivo ci sarà? «Sì, più che un motivo c'è stata una delusione. Qui c'è la vera anima sociale, l'attenzione verso i più deboli, la cura per chi è rimasto indietro. Stando qui uno si sente socialista. E non stupisce, c'è una ragione storica: basti pensare che anche Mussolini era un socialista. Si può dire? Si può pronunciare la parola Mussolini? O mi cacciano da qui?». F. D. O.

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