Opere pubbliche, un testo unico contro gli sprechi
Il presidente Calzona: «Saranno eliminate regole contraddittorie che provocano ritardi e sovraccosti»
Infatti, per far quadrare i conti il governo sta mettendo a punto un piano di risparmio che coinvolgerà tutte le amministrazioni dello Stato. Ma eventuali tagli alle infrastrutture, specialmente al Sud, potrebbero avere ricadute negative sull'economia del Mezzogiorno. Per evitare questo rischio il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi, ha messo in piedi una commissione incaricata di mettere a punto un Testo Unico della normativa tecnica che conterrà e illustrerà in maniera chiara i principi fondamentali, gli obiettivi e le prestazioni che devono essere alla base per la realizzazione delle opere di ingegneria sia pubblica che privata. In sostanza una sorta di Bignami con tutte le norme vigenti. Un testo di dimensioni contenute che servirà ad eliminare centinaia di passaggi inutili che costano tempo e denaro. Un testo, quindi, che abbia caratteristiche di coerenza, chiarezza, univocità, sinteticità indirizzato alla semplificazione legislativa e che sia improntato al più moderno indirizzo di normativa prestazionale piuttosto che prescrittiva. A presiedere questa Commissione è stato chiamato il professor Remo Calzona, ordinario di Tecnica delle costruzioni all'Università La Sapienza di Roma. E questi i componenti, tutti ingegneri e docenti universitari: Franco Bontempi, Franco Braga, Giuseppe Calcerano, Fabio Casciati, Claudio Ceccoli, Massimo Grisolia, Piergiorgio Malerba, Marcello Mauro, Michele Mele, Alberto Prestininzi, Giancarlo Turrini, Pietro Baratonio, Paolo Cafaggi. Per quanto riguarda la definizione dell'azione sismica la Commissione si avvarrà della collaborazione dei professori Calvi e Galanti indicati dal Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio.Questo testo unico probabilmente sarà pronto entro settembre. A che punto sono i lavori della Commissione? «Abbiamo avuto ed avremo ancora - spiega il professor Calzona - incontri per mettere a fuoco gli indirizzi fondamentali dell'impostazione e delle singole normative, in modo da poter successivamente procedere alla redazione dei singoli testi approntati secondo un indirizzo unitario». Perché con questo testo unico si avranno notevoli risparmi? «Il risparmio vero è nelle procedure per l'approntamento dei progetti, dei contratti per la realizzazione delle opere. Un testo unico diventa indispensabile per permettere alle varie Regioni di poter fare leggi in campo tecnico in un quadro di legittimità e di sicurezza dei risultati del loro operare. Il testo unico diventa così una norma quadro che permette di preparare norme attuative per i casi più disparati e per le esigenze più specifiche degli enti territoriali». Ma finora le cose come sono andate? «Le norme fino al 1971 avevano dei testi di poche decine di pagine ed erano prestazionali. Cioè la norma stabiliva gli obiettivi che un'opera doveva raggiungere e nel campo della sicurezza delle costruzioni le doveva rispettare; era successivamente compito di chi doveva realizzare l'opera agire lungo tutto l'iter, dal progetto alla costruzione, in maniera tale che l'obiettivo fosse completamente raggiunto. In seguito sono diventate sempre più norme prescrittive. Le norme sono composte da centinaia di regole da rispettare quando si progetta e si realizza l'opera senza un chiaro disegno per garantire la sicurezza delle costruzioni e la certezza delle prestazioni. Le norme sono diventate volumi di centinaia di pagine con onerose e spesso inutili prescrizioni ai fini della tutela della pubblica incolumità, creando così gli elementi per un potere sanzionatorio ed interdittivo da parte di organismi burocratici-approvativi delle specie più diverse, con procedure spesso in ritardo od in contrasto con le normative europee». Quali i vantaggi e chi ci guadagna? «Avere un testo unico di riferimento con principi univoci e certi, semplifica tutto il processo per la preparazione dei progetti, l'espletamento delle